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BERGMAN 100 - Il 5 e 6 dicembre a Bologna


BERGMAN 100 - Il 5 e 6 dicembre a Bologna
Tre attrici per Bergman. Sussurri e grida
Nel centesimo anno dalla nascita di Ingmar Bergman, La Soffitta di Bologna promuove il progetto “Bergman100”, a cura di Roberta Ferraresi. Un omaggio al regista, drammaturgo e direttore teatrale svedese, che si compone di uno spettacolo – "Tre attrici per Bergman. Sussurri e grida", da un’idea di Vanda Monaco Westerståhl, con la direzione di Marco Sgrosso, in programma mercoledì 5 dicembre (ore 21) – e della tavola rotonda "Bergman e i suoi attori. Tra cinema e teatro", giovedì 6 dicembre (ore 15-17.30).

Più noto come uno dei maggiori registi cinematografici del Novecento, capace di incidere radicalmente sulla “settima arte” con un percorso che attraversa tutto il secolo fino a toccare il nuovo millennio, Bergman amava ripetere: “Il mio mestiere è il teatro”, dichiarando così un legame con il mondo delle arti sceniche che, oltre a segnarne gli esordi, ha caratterizzato la sua intera carriera. Il discorso teatrale in Bergman, che è stato anche direttore di teatro, si articola a un livello profondo e nel suo percorso il dialogo fra cinema e scena costituisce uno dei tratti distintivi di natura poetica, tecnica ma anche più ampiamente teorica ed etica, di vita. Al centro di quel territorio di contaminazione fra i due “mondi” si trova la figura dell’attore – o, meglio, dell’attrice, vista la pregnanza della figura femminile nell’universo bergmaniano. Ed è questo il fulcro intorno a cui ruota il progetto, volto a indagarne l’opera fra teatro e cinema nella pratica e nella teoria.

Lo spettacolo "Tre attrici per Bergman. Sussurri e grida", diretto da Marco Sgrosso, mette in scena Gemma Hansson Carbone, Alessandra Frabetti e la stessa Vanda Monaco, con monologhi e dialoghi tratti da film e sceneggiati televisivi di Bergman. Su uno schermo, grazie al montaggio video realizzato da Roberto Passuti, paesaggi e luci del Nord, e i volti delle attrici svedesi che hanno dato vita ai fantasmi e alle memorie del regista. Attraverso la compresenza delle voci e dei corpi delle attrici e delle immagini della memoria di Bergman in uno spazio volutamente vuoto e asettico, si incrociano i segni del teatro e del cinema, anche come risultato di quella ricerca sul sé dell’attore, sviluppatasi dalla seconda metà del Novecento, che ha tra i suoi maggiori punti di riferimento Marco De Marinis, i cui studi hanno aperto orizzonti oltre le riflessioni legate alle ideologie politiche e filosofiche del secolo scorso e sono di fatto uno strumento valido per orientarsi tra le complesse esperienze contemporanee.

Il progetto è stato ispirato dal libro di Leif Zern Vedere Bergman ed è una produzione Compagnia La Luna nel Letto / Ass. Cult. Tra il dire e il fare, con il contributo di Teatro Ridotto - Casa delle culture e dei teatri di Bologna. Al termine dello spettacolo, è previsto un incontro con gli artisti, coordinato da Roberta Ferraresi.

04/12/2018, 13:49