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ZEUS MACHINE - Come distruggemmo il “Peplum”


Gli Zapruder rivisitano il mito delle Fatiche di Ercole in un film d'artista.


ZEUS MACHINE - Come distruggemmo il “Peplum”
"Zeus Machine" del collettivo Zapruder
Gli Zapruder reinventano il mito delle Fatiche di Ercole con un film d'artista, ricco di personaggi funambolici e trovate cinematografiche, tra la performance di teatro danza e la parodia dei generi.

Il film nasce come progetto installativo multicanale, articolato in dodici episodi, dedicati alla figura mitologica di Ercole. Assistiamo ai dodici capitoli delle famose fatiche, si aprono scorci su ambientazioni contemporanee surreali e deliranti. Il film si regge tutto sullo scorrere delle location e degli ottimi perfomers e “non – attori” chiamati a raccontare il viaggio dell'Eroe. Stazioni di benzina nelle provincia più sonnolenta, dove si scatenano atti di violenza inaudita e gratuita, un' officina di elettrauto dove un gruppo di strani operai con maschere da James Dean si accaniscono su un auto che finisce per diventare una sorta di corrida meccanica, un uomo entra in un supermercato ma è troppo sbronzo per riuscire ad aprire il frigo per prendere l'ennesima birra e diventa corpo, danzatore di gomma, dissacratore dell'eroe tutto cappa e spada del cinema nostrano delle origini.

"Zeus Machine" degli Zapruder è una boccata d'aria post punk all'interno di un cinema italiano che non si diverte più, si sente di nuovo la voglia di sperimetare e di giocare con lo spazio e con i corpi, senza una narrazione di ferro, salottiera e autoreferenziale. Un film fuori dai circuiti italiani, fuori dalle regole e assolutamente rivolto ad un pubblico internazionale. In due degli episodi del film da segnalare la presenza trasversale e molto fisica di Marco Mazzoni, performer, danzatore e artista visivo dei toscani Kinkaleri.

22/11/2018, 08:00