FOREIGN OFFICE - "Summer - Leto", un'estate dei primi anni '80


Il film di Kirill Serebrennikov racconta una storia rock in una Leningrado al tramonto nell'Unione Sovietica.


FOREIGN OFFICE -
"Summer - Leto" di Kirill Serebrennikov in sala dal 15.11
Leto, ovvero estate, è la prima canzone che il protagonista Mike, cantante di una band, suona in uno squallidissimo e fatiscente teatro rock di regime, con guardie Kgb distribuite in tutta la sala, che controllano che il pubblico rimanga seduto, e non si agiti troppo sulla sedia.

La platea è gremita di giovani appassionati di complessi rock , che ascoltano il concerto ma hanno l'obbligo di rimanere seduti immobili e composti senza nemmeno quasi poter battere il tempo con il piede. Siamo nei primi anni ottanta, la censura sovietica tenta di tenere sotto controllo quello che negli altri paese è invece scoppiato: il fenomeno punk-rock .

Qui a Leningrado, ancora no perché i testi delle canzoni vengono preventivamente controllati dai funzionari di regime che decidono se la canzone ha un valore politicamente corretto o meno e se non passa il controllo, non ha l'autorizzazione ad essere suonata. È estate e fra bagni, birre, feste sulla spiaggia e canzoni suonate davanti ad un falò, conosciamo il mondo dei gruppi rock del momento. Mike è un artista già affermato ed ammesso dal regime comunista, le sue canzoni sono autorizzate, sembrano rock, ma in realtà sono poco incisive, non si sbilancia più di tanto nei suoi testi e quando un suo amico glielo fa notare, ne soffre, capisce che sta vivendo un periodo di scarsa creatività.

Per questo motivo decide di fare da mentore ad un giovane artista Viktor, conosciuto sulla spiaggia, che invece scrive dei testi da sballo e canzoni orecchiabili al primo ascolto, se ne infatua subito vedendo in lui una promessa del rock sovietico. Mike con sua moglie Natalia vive la sua vita artistica pressato dalle direttive ideologiche e politiche ma ascolta ed studia i dischi delle maggiori band del momento, che arrivano illegalmente dall'Europa e che cambieranno le menti della gioventù sovietica: Sex Pistols, Rolling Stones, Velvet Underground. Natalia bellissima e giovane neo-mamma si invaghisce di Viktor e fra i due nasce una delicata storia di emozioni non espresse completamente. L'atmosfera di una Leningrado pre Perestroika, fa da sfondo al loro menage a trois.

Il regista Kirill Serebrennikov, icona della new age dei registi russi ("Parola di Dio" in concorso a Cannes 2016 e vincitore di parecchi premi internazionali), ci racconta la storia di due band entrate nella storia del rock sovietico: gli Zoopark di Mike ed i Kino di Viktor, band che ha fatto esplodere il fenomeno della " Kinomania", i cui testi sono stati veramente utilizzati come slogan e come simbolo del cambiamento, dalle generazioni che si sono ribellate al regime ed a gran fatica hanno fatto da traghettatori verso la Perestroika del 1989 e la "democrazia" di oggi.

Nota curiosa di questo suo lavoro, è che Kirill è stato posto agli arresti domiciliari per motivi fiscali proprio prima di poter terminare il suo film, gli sono stati sequestrati tutti i copioni, i documenti, i cellulari, i computer con i file di lavoro e lo script , con tutta l'attrezzatura in suo possesso al Gogol Center (spazio di cinema sperimentale che lui dirige), ma soprattutto gli è stato imposto un regime di silenzio stampa.

Fortunatamente i suoi collaboratori, sono riusciti a finire il montaggio del film con del materiale rimasto, unito ad una dose di fantasia, guidati da lontano dal regista. Grazie a tanta caparbietà e determinazione di tutto lo staff, il film è ora nelle nostre sale dal 15 novembre.

Miracolosamente, nonostante le disavventure, il risultato è vincente: un film intelligente, diverso, con una fantastica atmosfera punk rock in una fatiscente Leningrado in bianco e nero, originale il geniale cartello "questo non è successo veramente" scritto con colore rosso sangue che appare in diverse scene punk.
Il tentativo di opprimere, necessariamente sviluppa il fuoco della ribellione, diceva Francois Mauriac: “Il pensiero è ribelle. Impossibile impedirgli di correre dove vuole.” Questo film che nonostante questi "interventi esterni" è stato portato a termine, dimostra che la convinzione della necessità di lottare contro chiunque cerchi di soffocare la libertà artistica, porta sempre buoni frutti.


Silvia Amadio

16/11/2018, 18:42