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TRIESTE SCIENCE+FICTION FESTIVAL 18 - L'UOMO PROIBITO


TRIESTE SCIENCE+FICTION FESTIVAL 18 - L'UOMO PROIBITO
Una scena di "L'Uomo Proibito"
Unendo sapientemente fantascienza e drammaticità "L’Uomo Proibito" di Tiziano Russo ci racconta la storia di Andrea, un padre di famiglia che dopo un viaggio spaziale ha contratto un virus che lo costringe a vivere in costante isolamento. Costretto dentro quelle stesse quattro mura è tenuto lontano dagli affetti più cari, la moglie Agata e la figlia Mia, e dai piaceri di una vita normale.

Se il contesto è straordinario e fuori dalla realtà non lo sono le emozioni rappresentate in scena: il sentimento di solitudine e di sconforto di Andrea celato dietro un’apparente incrollabile forza d’animo, il profondo malessere di Agata dovuto alla pesantezza della situazione, la tacita ma disperata ricerca di serenità da parte di Mia. Tutti questi sentimenti sono il risultato dello scontro tra l’amore che provano l’uno per l’altro con le barriere che rinchiudono Andrea, rendendolo un “uomo proibito”, un uomo a cui non poter avvicinarsi fisicamente minando così la possibilità di valicare quelle barriere anche a livello spirituale. Ma quando l’amore è forte e sincero è in grado di andare oltre qualunque avversità e far realizzare quel che sembra impossibile. E così, talvolta, un gesto semplice ma frutto di amore e di coraggio ha un impatto immenso e travolgente.

Il cortometraggio crea la sua atmosfera attraverso un gioco di sguardi, di luci, di parole timidamente espresse e di pensieri silenziosamente loquaci. Un’ambientazione fredda e asettica che contrasta nettamente col calore dei rapporti umani. Un’architettura che fa sì che il film emerga come un’opera originale e ben realizzata e che lo rende capace di comunicare le emozioni con una forza ancora più netta ed incisiva.


Gabriele Nunziati

03/11/2018, 14:45