banner430X45

DEI - Staccare le radici e correre verso la città


Debutto alla regia di un lungometraggio per Cosimo Terlizzi, prodotto da Riccardo Scamarcio con Rai Cinema e ambientato interamente in Puglia. Un ragazzo si allontana lentamente ma non senza traumi dalla sua famiglia e dalla vita di campagna, trovando nuovi amici e nuovi sogni. Con Luigi Catani, Andrea Arcangeli, Martina Catalfamo, Angela Curri e Andrea Piccirillo. In sala dal 21 giugno con Europictures


DEI - Staccare le radici e correre verso la città
Martina Catalfamo è Laura in "Dei"
Opera prima, film, il racconto diventa lungo. E difficile. Cosimo Terlizzi sceglie le sue memorie di adolescente, la spinta che lo portò dalla campagna verso la cultura e la città, verso un mondo che vedeva inarrivabile e degli amici che sembravan "Dei".

Lungo e difficile dunque, da scrivere e da realizzare, con i personaggi molto scritti e le situazioni molto “girate”, imprigionate in una finta casualità che sa di video arte rurale, in un susseguirsi di gesti e parole costruite che allontanano come la forza centrifuga dalla naturalezza della vita.

Forse è la memoria, quella a cui ha attinto Terlizzi, a finire per essere addolcita, sofisticata rendendo il film molto poco veritiero. E allora ogni scena, ogni inquadratura, ogni movimento di attori e macchina diventa indispensabile, formando dei quadretti pieni di roba, intensi e sazianti, ma indipendenti l’uno dall’altro. E il film non cresce, i personaggi non ci emozionano, le situazioni ci passano sopra senza prenderci, troppo montate, troppo artistiche.

Anche la malinconia del protagonista Martino (Luigi Catani) sembra elaborata dalla memoria, ricordata dal sé adulto e non vissuta a 17 anni, mentre le radici e le tradizioni rappresentate dall’ulivo che viene sradicato sembrano metafora sin troppo esplicita, anche qui ricordata, trattata, scritta e girata.

18/06/2018, 10:46

Stefano Amadio