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LUCIA BULGHERONI - Animare è un percorso dell'immaginazione


La regista e animatrice di "Inanimate" parla del suo corto vincitore al Future Film Festival di Bologna. Stop motion e una storia indovinata


LUCIA BULGHERONI - Animare è un percorso dell'immaginazione
Lucia Bulgheroni e i personaggi di "Inanimate"
Lucia, hai vinto il Future FF con Inanimate, parlaci del tuo corto

"L'idea di Inanimate è nata da un percorso di ricerca e scoperta del mio mondo subconscio. Un percorso che ho intrapreso da qualche anno e che continua. Tutto è cominciato riprendendo in mano la filosofia classica di Platone che studiai al liceo, per poi vertire sulla psicologia di Jung. Mentre parallelamente esploravo un mio modo di meditare e di mettermi in contatto con l'altro lato di me stessa, esplorando la dimensione onirica. Per questo la storia di Katrine è la storia che vivo internamente io stessa. Inanimate è il frutto che ho cercato e raccolto in quello spazio tra la veglia e il sogno. Uno spazio di infinita esplorazione".

C'è qualcosa di tuo nella protagonista del corto?

"La storia parla di Katrine, una giovane donna che d’un tratto inizia a percepire la realtà diversa da come la vedeva tutti i giorni. Infatti si rende conto di vivere in un mondo fittizio, costruito e le persone attorno a lei (fidanzato incluso) sono pupazzi. Inizialmente cerca la fuga, ma ben presto realizza che deve affrontare se stessa e scoprire che lei stessa è un pupazzo, come tutti gli altri.
Ma non finisce qui. Il suo coraggio di affrontare la realtà, e vederla per come è, le permette di accorgersi che c’è qualcosa di molto più grande attorno a lei..."

Quanto tempo hai impiegato per realizzare Inanimate?

"Inanimate è un corto in animazione stop motion. È il lavoro di un anno (9 mesi solo di produzione). L’ho realizzato affiancata da un team di 6 persone (un producer, un direttore della fotografia, una scenografa, un montatore, un compositore, una sound designer), io mi sono occupata dell’ideazione e scrittura della storia, regia, costruzione dei pupazzi e animazione".

Qual è stato il percorso che ti ha portato a Inanimate?

"Trovo che l'animazione abbia un potere straordinario, perché è un medium perfetto per raccontare e trasmettere quella dimensione mentale popolata di immagini e pensieri astratti. Non ha limiti, come all' interno della nostra mente, l'unico limite che ci poniamo è quello della nostra immaginazione".

Come vedi l'animazione in Italia? Quali sono i tuoi autri preferiti?

"Purtroppo non conosco molto lo scenario del cinema d'animazione italiano. I miei principali autori di riferimento e ispirazione sono Hayao Miyazaki, Michel Gondry e Charlie Kaufman".

Qual è il cammino di Inanimate adesso?

"Inanimate sta ricevendo ottimi riscontri e questo mi rende molto fiera e orgogliosa di tutto il team che ha avuto fiducia in me e ha reso il film possibile e reale".

13/06/2018, 18:22

Stefano Amadio