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FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI DI MILANO III - I vincitori


FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI DI MILANO III - I vincitori
Una scena di "Invisible Frontier"
Si conclude questa sera alla Triennale di Milano la terza edizione del Festival dei Diritti Umani, dedicata quest’anno all’ambiente.

Gli ospiti della terza edizione del Festival dei Diritti Umani hanno confermato che è urgente cambiare l'economia per dare un futuro sostenibile alla Terra e spingere la politica a cambiare direzione. Quella politica, che è molto presente quando si tratta di combattere i profughi erigendo muri e che favorisce soltanto il profitto a breve scadenza; la stessa politica che ignora o minimizza il pericolo ambientale e incrementa le migrazioni, che hanno nel cambiamento climatico una delle loro cause.
Inquinare e impoverire il pianeta è antieconomico, e provoca ulteriori ferite ai diritti umani. Invece solo il loro rispetto può assicurare la crescita rigogliosa della società. I tempi stringono, ma passi avanti sono possibili. Non c'è bisogno di appellarsi a effimeri influencer: ognuno di noi può fare la sua parte. E i risultati si vedranno, se sapremo far crescere la coscienza dei rischi cui siamo esposti, specialmente tra i giovani, come il Festival dei Diritti Umani ha cercato di fare con un lavoro informato, serio, paziente, offrendo emozioni, immagini e testimonianze
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Dichiarano Paolo Bernasconi, presidente dell'associazione Reset - Diritti Umani, Giancarlo Bosetti, membro del comitato coordinamento, e Danilo De Biasio, direttore del Festival.

Al Festival dei Diritti Umani, già nella sua terza edizione, è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica.
Oggi pomeriggio verranno proclamati e proiettati i film dei vincitori della sezione DOC del Festival, rassegna curata da Sole Luna Doc Film Festival.
Sono stati proposti agli spettatori 8 produzioni selezionate dalla presidente di SLDFF, Lucia Gotti Venturato e dai direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura, giovani e già affermati filmmaker, diplomati al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo.

"Il concorso è stato seguito con interesse sempre maggiore, in tre anni abbiamo raggiunto un pubblico che si è fidelizzato". - afferma Lucia Gotti Venturato - "Grande apprezzamento va al lavoro della giuria 2018. Tra i premiati “La terre abbandonnée”, primo documentario di Gilles Laurent, un film che tratta del rapporto dell’essere umano con la natura e le sue tradizioni nella Fukushima colpita dal disastro nucleare. Raffinato, colto e acuto regista, Gilles è tra le vittime dell’attentato alla stazione della metropolitana di Maelbeek il 22 marzo 2016, dove si era recato per gli ultimi ritocchi di postproduzione del film. Un tributo quindi, quello dei giurati, ad un artista che nel mondo del cinema è ricordato per la profonda sensibilità e spiritualità, e che per noi del festival rappresenta un omaggio e un segno di solidarietà e affetto per la famiglia di Gilles".

Vincitore (premio della giuria)
"Invisible Frontier" di Nicolás Richat & Nico Muzi (Belgio, Argentina, 2016, 28’)
Motivazione: Per la complessità della tematica ambientale, politica e sociale che include cambiamenti climatici e diritti umani, esplorata attraverso una efficace documentazione scientifica e resa cinematograficamente con un’estetica d’impatto divulgativo, senza togliere spazio all’emozione.

Menzione (premio Reset-Diritti Umani)
"La Terre Abandonnée" di Gilles Laurent (Belgio, 2016, 73')
Motivazione: Per come è stata descritta la trasformazione del Giappone, uno dei paesi più organizzati e sviluppati tecnologicamente, di fronte al disastro nucleare di Fukushima. Il silenzio, la sospensione e l’invisibilità trasportano lo spettatore in una dimensione apparentemente normale, che viene interrotta solo da una distesa di sacchi neri contenenti terra radioattiva che… troveranno mai collocazione?

24/03/2018, 16:13