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ZEROVSKY - L'amore di Renato Zero per la cultura al cinema


Dal 19 al 21 marzo, distribuito da LuckyRed, Zerovskij- Solo per amore, lo spettacolo ideato e diretto da Renato Zero. Con il cameo di Gigi Proietti nei panni di un barbone dinamitardo


ZEROVSKY - L'amore di Renato Zero per la cultura al cinema
Zerovskij - Solo per Amore
Tempo, Odio, Amore, Vita e Morte sono gli attori del film sullo spettacolo teatrale, ideato e diretto da Renato Zero con un'orchestra di 61 elementi, 30 coristi e 7 attori, realizzato in collaborazione con Vincenzo Incenzo e rappresentato all'Arena di Verona. Con questo spettacolo -ha ammesso Zero nella presentazione -ha guadagnato solamente il necessario per comprarsi una pizza e una birra, ma ha potuto portare sul palco e ha fatto lavorare 120 persone tra facchini ed operai.

"Zerovskij - Solo per Amore" è la sua nuova ed ennesima metamorfosi, la sua nuova rivoluzione personale, come lui stesso l'ha definita, meno scabrosa ed irriverente, rispetto agli spettacoli del Piper perché, come ha esordito nella conferenza stampa del film "volevo sfuggire a questa costrizione dei cinque minuti delle playlist. Bisognava dare qualcosa di nuovo".

E Zerovskij è, effettivamente, qualcosa di nuovo ed innovativo, scaturito sempre dal bisogno di rappresentare la cultura e dall'amore per essa: aulico, sentimentale e poetico in grado di miscelare i diversi linguaggi artistici, il teatro, la musica e, infine, il cinema, che incornicia il tutto con Zero Fiacchini, regista ed attore, che interpreta un angelo-capostazione sceso su un'utopica Stazione, chiamata Terra, per ascoltare i monologhi delle molte anime, disperate e perse: i nuovi eroi in cerca d'amore. "Io mi occupo delle persone sole e lavoro sul dolore: sono specializzato nel rimettere a posto le anime".

Un legame con il passato artistico però ancora rimane: la libertà. Così come negli anni Settanta si muoveva liberamente nella sua Roma e liberamente si vestiva con piume di struzzo e, sempre liberamente, si mostrava al grande pubblico della Rai generalista con un trucco esagerato cantando "la geometria non è un reato", in modo rivoluzionario e provocatorio, anche oggi Renato Fiacchini, il figlio del poliziotto, che ha seguito il padre non intraprendendo la carriera militare, ma sostenendo la cultura italiana, per fortuna si potrebbe aggiungere perché la musica e la cultura italiana non avrebbero avuto un cantautore così innovativo e coraggioso - ha dichiarato di sentirsi ancora "libero nella mia vita artistica e non voglio trovare ostacoli. Voglio arrivare alla gente. Una parte dei fedeli è stata disturbata da Zerovskij, poi si è ravveduta. Nella vita ci sono molto capi-stazioni, che non sono figli della politica. È un film anarchico".

19/03/2018, 13:38

Alessandra Alfonsi