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NON HO L'ETA' - Italiani in Svizzera


NON HO L'ETA' - Italiani in Svizzera
Una scena di "Non ho l'Età" di Olmo Cerri
Il documentario "Non ho l’Età", diretto da Olmo Cerri, prende il nome dall’omonima canzone vincitrice del Festival di San Remo 1964, "Non ho l’età (per amarti)" di Gigliola Cinquetti. Questa canzone rese la giovanissima cantante celebre a livello internazionale, permettendole di conquistare l’affetto di milioni di persone, le quali spesso si rivolgevano a lei, attraverso lettere, in cerca di sostegno e conforto.

La figura di Gigliola Cinquetti è in realtà solo il punto di partenza del documentario, o per meglio dire ne è il collante. Sono infatti quattro i personaggi intorno a cui si rivolge l’attenzione del regista, accumunati tutti dal fatto di essere emigrati in Svizzera in gioventù e, trovatisi in una situazione precaria, di aver inviato una lettera alla nota cantante nella speranza di una risposta rassicurante. Sopra queste fondamenta la pellicola costruisce così la sua narrazione, raccontando e ponendo l’attenzione su un situazione speculare ma invertita rispetto a quella che attualmente sta vivendo il nostro paese: la penisola italiana come terra di emigrazione e non di immigrazione. Le parole incise su quei fogli bianchi riportano i protagonisti del documentario indietro nei decenni, facendo riemergere i fragili ricordi dei loro travagli passati. In questo modo lo spettatore viene a conoscenza di uno dei momenti più infelici della storia del paese, quando cioè migliaia di italiani erano costretti ad emigrare in svizzera o a fare i frontalieri, divenendo spesso vittime di campagne di razzismo. Il documentario suona perciò come un monito che ha lo scopo di ricordarci di non trattare come siamo stati trattati, rischiando altrimenti di diventare ciò che un tempo rigettavamo.


Gabriele Nunziati

14/03/2018, 08:27