FERDINAND - Il toro pacifista che punta agli Oscar
Ferdinand di Carlos Saldanha è stato e lo è ancora uno dei film d’animazione più gettonati di fine 2017 in Europa. Ora figura anche nella lista dei film d’animazione per i prossimi Oscar unitamente a
Coco e
Loving Vincent. Ferdinand, sereno, gioioso e spensierato ha tutte le qualità per piacere ed incantare i piccoli, ma anche quelle di interessare i grandi. Un vero film per famiglie. Particolarmente curati e originali il tratto grafico, l’animazione che nelle movenze rappresentano bene “l’anima spagnola” e l’antico rito del duello “uomo-toro”. Molte le gag e i personaggi azzeccati come la bambina Nina che lo accoglie nella sua fattoria dove Ferdinand si trova come in paradiso, il feroce, presuntuoso e dittatoriale matador El Primero che sceglie Ferdinand per il suo ultimo combattimento e ancora i tanti amici dalla capra Lupe ai porcospini Una, Dos, Quatro, al cane Paco che formano una catena di solidarietà per salvarlo dalla spada mortale di El Primero.
Ferdinand è un film “aperto” che si presta a diverse chiavi di lettura tutte plausibili a secondo delle nazioni nelle quali viene presentato. I bambini sono presi dalle immagini, il colore, il magico, gli adolescenti dai diversi personaggi di contorno, ma soprattutto dalla contradizione della sua natura: è un toro ed allora secondo le credenze comuni è fatto per combattere e anche per uccidere e non per trastullarsi con i fiori. Per gli adulti il suo pacifismo e il rifiuto dell’autoritarismo. È proprio quest’ultima componente che generò l’ostracismo dei governi dittatoriali al libretto di Murno Leaf
The Story of Ferdinand illustrato dagli splendidi disegni di Robert Lawson. Negli anni 30 la favola del toro pacifista divenne un libro molto letto negli Stati Uniti e nel 1938 un corto della Disney che conobbe l’onore dell’ Oscar mentre Hitler lo condannava come libro sovversivo e Mussolini lo metteva all’indice per il messaggio disfattista che veicolava.
Nella Spagna del dittatore Franco non ebbe miglior fortuna. Infatti poté essere pubblicato solo alla morte del Caudillo. Il regista brasiliano
Carlos Saldanha già conosciuto per “
L’era glaciale” lo ha arricchito con nuovi personaggi, lo ha reso corale e ha dato al toro e al racconto “sfumature psicologiche” conservando però il tema di fondo, la forza e la singolarità del film che è seguire la propria natura, essere se stessi sfidando critiche e preconcetti.
30/01/2018, 07:39
Augusto Orsi