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TFF35 - Intervista a NOOMI RAPACE


L'attrice svedese protagonista del film "Seven Sisters" (in sala dal 30/11) ospite del Torino Film Festival


TFF35 - Intervista a NOOMI RAPACE
Noomi Rapace in "Seven Sisters"
È una delle ospiti internazionali più attese dell'edizione numero 35 del Torino Film Festival: l'attrice svedese Noomi Rapace, nota in tutto il mondo per l'interpretazione del personaggio di Lisbeth Salander nella originale "Millennium Trilogy" e da allora di stanza a Hollywood (da "Sherlock Holmes" a "Prometheus" nei suoi credits, ma anche il Brian De Palma di "Passion"), è giunta al TFF35 per accompagnare il distopico film di fantascienza "Seven Sisters" di Tommy Wirkola, in cui interpreta ben 7 ruoli (7 sorelle, ognuna con il nome di un giorno della settimana).

Una prova d'attrice incredibile, in cui ha avuto modo di riprendere il ruolo di donna forte tipico di molti suoi film ma anche di interpretare diversi tipi di donna. Quale è stato il ruolo che l'ha coinvolta di più?

Pensa che all'inizio erano 7 fratelli, nella sceneggiatura originale! Poi Tommy ha deciso di cambiare e puntare su 7 donne, voleva che fossi io a interpretarle... È stato molto bello per me saperlo, un vero onore.
Un anno di scrittura è stato necessario, in cui spesso ho potuto dire la mia dando il mio contributo. La fonte di ispirazione principale per me è stata scavare in me stessa, dando a ognuna delle sorelle una diversa caratteristica delle varie fasi che ho attraversato crescendo...
All'inizio - non posso fare spoiler rivelando troppo - per entrare meglio nel contesto ho dovuto concentrarmi su quella che tradisce le altre sorelle, per me capire lei e le sue motivazioni era fondamentale. Difenderla era importante, ma molto complicato.
È stato molto particolare anche interpretare Friday, assomiglia in qualche tratto anche a Lisbeth, quasi una sindrome di Asperger mi verrebbe da dire.

Per affrontare i 7 ruoli ha affrontato una preparazione particolare.

Sì, ho deciso di assegnare a ognuna delle 7 sorelle un diverso profumo, un diverso look (grazie anche al lavoro di Giannetto De Rossi). Ma per prepararmi a cambiare la mia recitazione, a entrare meglio nel personaggio avevo preparato una playlist musicale diversa per ognuna di loro, con un genere diverso. Per Monday ascoltavo musica classica, per Tuesday reggae, con Wednesday l'hip hop, per entrare nel ruolo di Thursday sentivo il rock, con Friday invece preferivo il silenzio.
Saturday era davvero "girly", ascoltava Dolly Parton, Beyoncé, Rihanna, Cher, Whitney Houston, Celine Dion... Sunday, infine, ascoltava country.
Erano playlist fatte direttamente da me, con l'aiuto di mia sorella (quella vera) che da Londra mi mandava spunti e titoli da aggiungere! Le ascoltavo nella fase preparatoria, poi quando andavo nella sala trucco e costumi avevamo uno speaker per continuare a restare nel ruolo... è stato divertente!

A chi si è ispirata per preparare il ruolo?

Specificatamente per questo film a nessuno, ma sono una grande fan di Sean Penn, Robert De Niro, Christian Bale... sono attori e attrici (penso a Meryl Streep anche, ovvio) che stimo, di cui ho visto i vari film, che mi hanno sempre ispirato.
Per "Seven Sisters" l'ispirazione è invece venuta da me stessa. Quasi sempre nella lavorazione mi sono ritrovata da sola in una stanza a interpretare tutti i ruoli, dovevo essere concentrata al 100% su di me. Normalmente posso improvvisare, seguire quel che fanno gli altri attori, seguire il "flow"... questa volta no.

Come giudica finora la sua carriera, fino a qui?

Sono molto fortunata, sto lavorando con personaggi fantastici e ricevendo grandi attestati di stima da persone che ammiro.
Sono molto critica nei confronti di me stessa, non dò nulla per scontato o acquisito. Cerco di fare sempre più di quello che la gente si aspetta da me. Ho detto no a tanti progetti ultimamente, sento di voler fare solo cose in cui credo veramente.
Sono cresciuta come persona, ho iniziato a produrre alcune cose che faccio, lavoro anche in fase di progettazione e scrittura: sono molto felice di quanto riesco a fare ora.

In questo film ha anche diretto le sue controfigure... le è piaciuto? Ha voglia di passare alla regia?

Sì, molto! Un giorno lo farò, ne sicuro. Un giorno giocavo con mio figlio, era molto divertente perché inventava cose incredibili per il suo futuro... e a me ha previsto che nei prossimi anni dirigerò un film.
Da quando ho 19 anni, iniziando a lavorare in teatro, ho sempre cercato di essere coinvolta nei vari progetti non "solo" come attrice, ma in tutta la produzione. Mi piace lavorare con gli attori, riesco a vedermi prossimamente in quel ruolo.

Eroina donna, villain donna, la maternità al centro del racconto: qualche anno fa non sarebbe stato possibile. Come giudica la posizione della donna oggi a Hollywood?

Le cose stanno cambiando, lentamente. Gli uomini sono ancora pagati più delle donne, ma credo che le donne debbano muoversi, non possiamo aspettare che arrivi qualcuno a dirci "Oh, vuoi fare un film?". No, dobbiamo "fare": scrivere film, produrli, dirigerli, iniziare a farlo senza fare le vittime e senza pensarci troppo.
Tante cose non mi sono piaciute nella nostra industria, per molto tempo, ma non aiuta per niente dirsi tristi per come stanno le cose e non fare nulla. Dobbiamo alzarci in piedi, farci sentire, combattere per ciò in cui crediamo: è ciò che ho fatto anche io fin dall'inizio.
Non sono mai stata la "ragazza carina", mai assunto ruoli da "segretaria sexy", non so se mi spiego: se i personaggi dei copioni non sono troppo interessanti, possiamo sempre metterci lì e provare a modificarli, chiedere di lavorarci su per migliorarli...
Dobbiamo essere più coraggiose, più appassionate e non chiedere scusa a nessuno.

26/11/2017, 23:19

Carlo Griseri