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TRIESTE SCI+FIC 17 - L'ultimo sole della notte


Il film di Matteo Scarfò parla di un futuro distopico ed un domani più vicino.


TRIESTE SCI+FIC 17 - L'ultimo sole della notte
Una scena de "L'Ultimo Sole della Notte"
Difficile giudicare in modo lineare un film come "L'Ultimo Sole della Notte" di Matteo Scarfò. Lo è perché le pretese del lavoro sono altissime, sia a livello di scrittura sia a livello di messa in scena, pretese che si scontrano però inevitabilmente (e, a tratti, impietosamente) con i mezzi a disposizione. Produzione low budget, attori poco esperti...

La sinossi parla di un futuro distopico, un domani più vicino (potenzialmente) di quanto vogliamo credere. L'Italia è sconvolta da una non precisata guerra, la crisi economica e produttiva è grave e ci si combatte senza tregua. Esiste una "zona" creata per salvare i valori dell'Occidente, esistono minacce grandi di cui aver paura, senza però dimenticare i pericoli quotidiani nascosti, anche solo, in casa del proprio dirimpettaio.

Scarfò nelle note di regia dichiara che il suo è un film che vuole "raccontare quello che può succedere alle persone in contesti straordinari quando sono private della possibilità di amare i propri cari, la famiglia, gli amici, un vicino di casa, chiunque. Abbiamo bisogno del nostro rapporto quotidiano, di sapere che non siamo soli. E abbiamo bisogno di comunicare che ci siamo. Quando tutto questo scompare, quando le basi della nostra società scompaiono, cosa succede? Ci sarà ancora posto per l’umanità così come la conosciamo?".

Pretese alte, e quindi encomiabili. Il coraggio va premiato, anche quando porta a risultati - bisogna dirlo - che convincono molto poco, come nel caso de "L'Ultimo Sole della Notte". Script troppo denso, musiche troppo presenti, empatia che non arriva.

04/11/2017, 08:00

Carlo Griseri