Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "Sotto Copertura - La Cattura di Zagaria"


Note di regia di
Giulio Manfredonia
Tornare sul set di Sotto Copertura è stato un po’ come tornare a casa.
La prima serie è stata, grazie alla fiducia accordatami da Luca Bernabei e Tinni Andreatta, la mia prima vera volta in televisione, e come si sa il primo amore non si scorda mai.

E così ho affrontato il secondo capitolo con l’entusiasmo di chi torna in un luogo amato e ritrova vecchi amici, ma anche con la preoccupazione di non riuscire a ritrovare quella magia, di finire col fare solo una copia sbiadita.
Ma poi mi sono trovato davanti ad un copione pieno di novità: tanti personaggi nuovi, tante linee di racconto intrecciate abilmente a comporre un unico racconto, che pur riproponendo i sapori, le tematiche e le atmosfere del primo capitolo mi è apparso subito più complesso, più sfaccettato, insomma una vera evoluzione.

Credo che il racconto di sotto copertura 2 ruoti tutto intorno al concetto di tradimento: Il nostro commissario Romano per trovare i latitanti si serve di informatori che, tradendo la camorra, decidono di collaborare con la giustizia.
La giustizia sospetta che Romano, proprio in virtù dei suoi rapporti con i confidenti, abbia tradito lo stato e sia colluso con la Camorra. La squadra, proprio in virtù dell’accusa che si abbatte su Romano, finisce per dubitare del suo capo. Uno dei componenti della squadra, Carlo, quasi un figlio per Romano, decide di indagare sul suo capo, tradendone la fiducia.

Dall’altra parte Zagaria, boss che non si fida di nessuno, decide di far tornare la figlia segreta, cresciuta in Spagna e ignara di tutto, e di farla entrare a far parte della sua organizzazione. La ragazza tradirà i suoi valori per unirsi al padre o tradirà il padre per rimanere fedele a se stessa?
E Nicola, giovane Casalese braccio destro di Zagaria, per amore di lei tradirà il suo capo o tradirà la donna che ama per restare fedele alla Camorra?
Questo intreccio, che pur restando fedele ai fatti reali porta il racconto in un territorio di complessità emotiva direi archetipico, mi ha da subito conquistato. Nel realizzare il film abbiamo cercato anche di restituire la verità del racconto, il fatto che il film racconta una storia realmente accaduta e fedelmente riportata, andando a girare nei luoghi dove si è svolta effettivamente.

Il film è stato girato in buona parte tra Casal di Principe, Casapesenna e Napoli e, ciliegina sulla torta, grazie all’aiuto della magistratura siamo riusciti a ad avere accesso al vero bunker di Zagaria e a realizzare alcune scene del film nella casa dove Zagaria ha dimorato realmente
per alcuni anni. Vi assicuro che entrare nel vero bunker e poter girare delle scene lì è stata una delle più grandi emozioni della mia carriera di regista.

Abbiamo provato ad inserire delle novità anche dal punto di vista del linguaggio. Le intercettazioni sono diventate video intercettazioni, come realmente fu per la polizia di allora, e Zagaria controlla i suoi dal Bunker, come realmente faceva,con sistemi di video vigilanza.
Così il film è pieno di immagini spiate con telecamere nascoste in occhiali, bottoni di camicia, pali della luce: Anche il montaggio innovativo e visionario di Alessio Doglione è a mio avviso determinante a completare un linguaggio visivo nuovo, avvincente, estremamente realistico ma anche sorprendente e spettacolare.
Insomma credo ne sia uscita una serie tutta da vedere.

Giulio Manfredonia

12/10/2017, 18:15