Fondazione Fare Cinema
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Note di regia de "La quinta generazione"


Note di regia de
Conoscere Daniel Berquiny è un’esperienza. Le sue parole, in un italiano sempre comprensibile, ma mai perfetto, ci hanno folgorato dal primo incontro. Abbiamo subito capito che ciò che dovevamo raccontare non era una professione, ma una visione del mondo che rischia di estinguersi. Per questo motivo abbiamo cercato di lasciargli una certa libertà nel raccontarsi: ogni aneddoto e istante della vita che ha deciso di ripercorrere era animato dalla voglia di rivelare una propria filosofia, contraddistinta dalla ricerca di valori veri e autentici. Una visione tramandata dai suoi avi: tre generazioni di circensi da cui ha appreso l'importanza della comunità rispetto al singolo, l'idiozia delle barriere culturali, la bellezza dell'autenticità, l'elogio della lentezza opposta alla frenesia della modernità. Per questo motivo il percorso del film è strutturato attraverso i racconti del protagonista. Nessuna voice over o intervento esterno si frappongono tra lui e il racconto della sua vita. L'obiettivo della camera diventa una sorta di diario a cui il protagonista affida ricordi e punti di vista sulla società. Il racconto di Daniel viene arricchito dalla straordinaria collezione di contributi video e fotografici che ci ha mostrato e che aiutano a ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita: gli esordi al circo, il trasferimento in Italia, l'approdo al cinema e la costruzione dello zoo. “La quinta generazione” vuole essere un documentario che racconta una storia simbolo del grande cambiamento che da qualche decennio ci troviamo ad affrontare. Daniel e il suo mondo rappresentano barlumi di una concezione della vita semplice, tranquilla, autentica e vera che stride fortemente con la complessità, il caos, l'iper-realtà e la simulazione del quotidiano. Concetti anacronistici che rischiano di scomparire se non vengono tramandati alle generazioni successive e raccontati come una favola, speriamo, a lieto fine.

Michele Ambrogio