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THE CHILDREN OF NOON - In Africa con i bambini


Un viaggio in Kenia di Olga Pohankova e Diego Fiori per raccontare le dure condizioni di vita dei bambini di Nchiuri. Sempre con la speranza


THE CHILDREN OF NOON - In Africa con i bambini
"The Children of the noon"
"The Children of the Noon" è un documentario suggestivo, emotivamente forte e in grado di aprire gli occhi su una realtà parallela ma opposta alla nostra. Il film, girato in una delle zone più povere dell’Africa, affronta una serie di temi pressanti e problematici per queste zone del mondo come per altre: sicurezza, istruzione e salute pubblica.

Ciò viene fatto attraverso il racconto delle storie dei giovani dimoranti della casa-famiglia di Nchiuru, Kenya. Dalle immagini e dalle loro parole si evincono gli immensi ostacoli che si frappongono fra loro e l’infanzia che si meriterebbero. Sorprendono la genuinità e il sorriso di questi bambini se relazionate alle sofferenze che hanno dovuto e che devono affrontare e sopportare.

Quasi tutti hanno perso una o più persone care e spesso non hanno nessun altro posto in cui stare se non la struttura che li ha accolti. La loro vita, indissolubilmente legata al dolore e a eventi tragici, rientra nella normalità della loro realtà, al contrario fra i ragazzi della nostra parte del mondo circostanze simili incombono sulla loro esistenza con un carattere di eccezionalità. Il contrasto è netto.

Non ci sono intermediari, le riprese riportano senza filtri la quotidianità dei bambini della casa-famiglia. Si è solo noi e la loro storia. La forza interiore di questi giovani adulti esce prepotentemente dallo schermo e colpisce lo spettatore lasciandolo basito. Sconvolge, infatti, come si possa rispondere a un’infanzia rubata con tale energia.

Il documentario, diretto da Olga Pohankova e Diego Fiori, si apre con la nascita di una nuova vita e si conclude con la fine prematura di un’altra. A ciò si aggiungono le riflessioni dei ragazzi sul virus HIV. Come alcuni di loro, moltissimi altri bambini in Africa sono affetti da tale malattia, che, essendo difficilmente contrastabile, rappresenta una piaga sociale non da poco. Loro però, interrogandosi a riguardo, si lasciano andare anche alle risate e ad affermazioni scherzose e, senza mai scrollare dalle spalle la speranza, guardano fiduciosi al futuro convinti che da ora a pochi anni tutto cambierà e potranno guarire completamente.

Prima della fine si lascia spazio ai sogni dei bambini, a quelli che sono i desideri per il loro avvenire. Da ciò ne risulta che la morte fra loro è una presenza tanto forte quanto lo è la gioia per la vita.


Gabriele Nunziati

12/09/2017, 18:50