Fondazione Fare Cinema
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VENEZIA 74 - "Happy Winter", una "farsa del reale" on the beach


Presentato fuori concorso il film di Giovanni Totaro, ambientato sulla spiaggia di Mondello.


VENEZIA 74 -
Una scena di "Happy Winter"
Ci sono lati della società, veri solo in apparenza. Bugie sapientemente architettate per far sembrare che, nonostante tutto, la propria vita proceda per il meglio. Ma le bugie, si sa, hanno le gambe corte, un po come le ferie d'Agosto. Presto arriva Settembre, e il ritorno alla vita reale riporta con se ogni tipo di difficoltà nascosta sotto al tappeto prima delle vacanze.

Lo sa bene Giovanni Totaro, regista di "Happy Winter" presentato a Venezia74 fuori concorso, che oltre a scegliere di raccontare un interessante spaccato del nostro Paese, trova una chiave linguistica decisamente inedita e spiazzante.

In un periodo storico in cui il documentario si contamina di fiction, e viceversa, Totaro ribalta il tradizionale approccio narrativo, e dopo aver ben studiato e selezionato le storie più rilevanti, porta la macchina da presa sulla palermitana spiaggia di Mondello e dirige i suoi personaggi in una sorta di "farsa del reale".

Il film diventa così l'occasione per puntare la lente di ingrandimento su un microcosmo dalla breve durata, che nasce, dura e muore, nel tempo di una stagione balneare, in cui tutti per qualche settimana possono giocare ad essere ciò che vogliono.

C'è chi a casa vive un brutto momento finanziario ma lo nasconde dietro ad un paio di occhiali da sole e un karaoke, chi ha deciso di candidarsi a sindaco e inizia una pre-campagna elettorale millantando rapide soluzioni ai problemi di ogni tipo, o chi si scambia un bacio di amore eterno che magari rimarrà solo fugace. A farsi spazio tra loro, puntuale e dedito al sacrificio, c'è chi invece non conosce la parola "vacanza" e su quella spiaggia tenta di sbarcare il lunario al grido continuo di "birra, coca, acqua e patatine".

La scrittura delle situazioni raccontate e solo apparentemente veritiere si avverte, e non poco, ma il meccanismo narrativo convince al punto tale che ci si finisce per ritrovarsi dinnanzi ad una graffiante e divertente commedia pop, quasi un "Casotto" contemporaneo che mette a nudo il lato nascosto della società dell'ostentazione.

E mentre dall'alto si iniziano a scorgere le auto di una città che torna a brulicare al termine delle vacanze estive, e il ritorno alla realtà si fa sempre più vicino, non resta che darsi appuntamento al bar, gratta e vinci alla mano, quasi un rosario laico per invocare l'aiuto della dea bendata.

06/09/2017, 20:36

Antonio Capellupo