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FILM FESTIVAL DELLA LESSINIA XXIII - Dal
19 al 27 agosto a Bosco Chiesanuova


Banditi, contrabbandieri, passatori. Sarà l’anno dei “fuorilegge” questo della nuova edizione del Film Festival della Lessinia. E non solo, perché la rassegna cinematografica internazionale in programma a Bosco Chiesanuova (Verona) dal 19 al 27 agosto offre uno sguardo ampio sulla contemporaneità del vivere sulle terre alte.

Il Film Festival della Lessinia, giunto alla sua ventitreesima edizione, forte del rinnovato sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Veneto, vuole proseguire il suo viaggio di ricerca attraverso gli sguardi gettati sugli altipiani di tutto il globo, dal documentario alla narrazione pura, anche ragionando sulla contaminazione di queste prospettive.
La montagna come teatro in cui hanno luogo storie di sopravvivenza e morte, di fuga ed emigrazione, di guerra e persecuzione, di attraversamento dei confini geografici e socio-politici, di scoperta ed esplorazione. Non solo uno sfondo, dunque, un paesaggio che definisce l’orizzonte dei volti e dei corpi che popolano i film in rassegna: la montagna rappresenta un vettore di amplificazione narrativa e di dialogo estetico con i protagonisti che la abitano, la attraversano, la affrontano, eleggendola a fulcro vitale della propria esistenza.

Provengono da 31 paesi i 56 film selezionati quest’anno tra le centinaia di titoli che sono stati presentati per concorrere al Festival, con 19 anteprime italiane. Un viaggio intorno al mondo tra Europa, Argentina, Cile e Perù; tra India, Afghanistan, Kazakistan, Nepal e, per la prima volta, Myanmar. Una conferma del lavoro di approfondita ricerca che anche quest’anno porta in Lessinia le opere e le visioni di autori fra i più significativi della recente produzione internazionale, nelle sezioni Concorso, Montagne Italiane, Eventi Speciali e nella ricca programmazione dedicata a bambini e ragazzi FFDL+.
Al programma cinematografico si affianca il ciclo di incontri letterari Parole Alte, organizzato con l’Università degli Studi di Verona, al quale si aggiungono convegni, mostre, escursioni guidate, laboratori per bambini, concerti e novità editoriali da sfogliare nella Libreria della Montagna.

La selezione dei film prosegue le linee di ricerca del Festival nel privilegiare i percorsi artistici più
innovativi e stilisticamente rigorosi che hanno saputo affrontare l’incontro con la dimensione dell’altipiano in ogni continente, dando particolare rilevanza alla visione documentaristica e all’esigenza di realismo che ne scaturisce, non oscurando nei film programmati un afflato più strettamente narrativo. Traccia evidente di questa ricerca viene delineata dalla presenza di pellicole che viaggiano sul confine tra narrazione e realismo documentario, in una sorprendente fusione di suggestioni etno-antropologiche e poetiche, che si manifesta sul piano stilistico in una struttura liminare, che ragiona sull’utilizzo del sonoro e della luce naturale e si interroga sulle potenzialità espressive del mezzo cinematografico, senza però rinunciare all’accuratezza documentaria delle discipline antropologiche.

L’apertura del Festival è affidata ad una produzione portoghese e brasiliana, "Vazante" di Daniela Thomas. Dagli schermi della Berlinale, in anteprima italiana, il primo lungometraggio diretto in solitaria dalla Thomas è ambientato in Brasile a inizio Ottocento, negli anni che precedono l’abolizione della schiavitù. Un film sperimentale e suggestivo, nella scelta di una fotografia in bianco e nero che inquadri i paesaggi e i primissimi piani dei volti protagonisti, orchestrando dialoghi rarefatti in un impianto sonoro che si basa su una struttura rigorosamente realista.

Sono 21 le opere cinematografiche in concorso per i massimi riconoscimenti della manifestazione (la Lessinia d’Oro e la Lessinia d’Argento) oltre agli altri premi assegnati dalla giuria internazionale, composta quest’anno da Camille Chaumereuil (Francia), Petra Felber (Germania) Frode Fimland (Norvegia), Andreas Pichler (Italia) e Sara Zanatta (Italia). Per la prima volta viene presentato un documentario dal "Myanmar: Slate - Ardesia" di Khin Warso. Poetici quadri di luce, che attraversano riti e tradizioni religiose sono quelle di alcune delle pellicole più attese: "Knife in the Clear Water – Lama nell’acqua limpida" di Wang Xuebo (Cina), "Die Einsiedler – Gli Eremiti" di Ronny Trocker (Germania); il documentarista francese Pierre Yves Vandeweerd presenta "Les Éternels – Gli Eterni" (Francia): dura riflessione sui sopravvissuti del genocidio armeno.

Una surreale esplorazione alla ricerca della Città d’Oro dei Cesari è quella di Francisco Hervé con "La ciudad perdida – La città perduta" (Cile). Delle aspirazioni di giovani donne magrebine racconta invece "Tala Hadid in Tigmi n Igren - Casa di campagna" (Marocco). Originalissimo è il soggetto di "My Name is Eeoow – Il mio nome è Eeoow", del regista indiano Oinam Doren, sulla tradizione di dare ai bambini un nome composto da una melodia. E i più piccoli sono i protagonisti di vicende di guerra e contrabbando in "The Land of the Enlightened – La terra degli illuminati" di Peter-Jan De Pue, di lotte per la salvaguardia della propria terra in Jardines de plomo – Giardini di piombo di Alessandro Pugno. La sezione dei cortometraggi presenta, poi, opere da Nepal, Kazakistan, Argentina e Usa.

Ospite della serata di chiusura (il 26 agosto) è il regista Alessandro Comodin con il suo I tempi felici verranno presto. Dopo un’applaudita partecipazione al Festival di Cannes nel 2016, il film, itinerario onirico di ricerca e confronto con il primordiale e la Natura, è sui Monti Lessini per una delle rare visioni italiane.

La sezione Montagne Italiane apre un percorso di analisi sulle pellicole che raccontano le Alpi e gli Appennini. Uno dei titoli proposti è "Il ritorno sui monti navigant"i di Alessandro Scillitani: narra della trasferta appenninica a bordo di una Fiat Topolino di Paolo Rumiz, ospite del Festival (il 21 agosto) a presentare il film con il regista. Il tedesco Josef Schwellensattl propone in anteprima per l’Italia il documentario "Rollat und Bajazzo" sul tipico carnevale di Sappada.

Alla figura di Ettore Castiglioni e alla sua drammatica morte sulle Alpi per la sua attività di partigiano e di “passatore” di fuggiaschi ed ebrei durante la guerra, rende omaggio "Oltre il confine" narrato da Marco Albino Ferrari. Uno sguardo sulla montagna che cambia è quello di "A bitter Story – Una storia amara" di Francesca Bono sulla numerosa comunità cinese ai piedi delle Alpi Piemontesi.

La sezione FFDL+ Bambini e Ragazzi è una delle sezioni stilisticamente più innovative nella ricerca di nuovi sguardi e visioni della montagna, con proiezioni pomeridiane suddivise per fasce d’età e un’attenzione particolare riservata al pubblico adolescente. In programma 21 film di animazione e cortometraggi da ogni parte del mondo, quasi tutti in anteprima italiana: testimonianze di crescita, maturazione, rapporto con gli animali e confronto con la diversità.

Il Film Festival della Lessinia ospita tradizionalmente una retrospettiva che indaga su temi e figure storiche della vita nelle terre alte. Riporta dei banditi sulle montagne italiane il convegno organizzato (il 20 agosto) dal Curatorium Cimbricum Veronense, che ha tra gli ospiti l’antropologo Annibale Salsa. La retrospettiva tematica punta su quattro titoli da cineteca: "Banditi ad Orgosolo" di Vittorio De Seta, "Salvatore Giuliano" di Francesco Rosi, "Il brigante di Tacca del Lupo" di Pietro Germi, "Il passatore" di Duilio Coletti. Un’esplorazione artistica che incrocia il tema della retrospettiva è lo sperimentale film d’animazione di Gianluigi Toccafondo "Briganti senza leggenda", che unisce le riprese del reale ai paesaggi pittorici evocati dal segno inconfondibile dell’artista.

Gli incontri letterari Parole Alte, organizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona, hanno come ospite di spicco lo scrittore Maurizio Maggiani che spiegherà il suo rapporto con le terre alte a partire dal suo ultimo libro "La zecca e la rosa".

Ritorna al Festival la filosofa Adriana Cavarero, già docente dell’ateneo scaligero, con Olivia Guaraldo del dipartimento di Scienze umane, per descrivere l’ultima frontiera di Walter Benjamin, quando trovò la morte passando i Pirenei. Lo scrittore Enrico Camanni presenta "Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza e utopia".
La rassegna dedica poi un omaggio a Mario Rigoni Stern e alla figura di Tönle Bintarn, protagonista di "Storia di Tönle" nella traduzione in cimbro realizzata da Andrea Nicolussi Golo in dialogo con Ermenegildo Bidese e Alessandra Tomaselli, linguista del dipartimento di Lingue e letterature straniere. Un tour nel Nepal nascosto è proposto da Paola Favero, anche autrice delle immagini della mostra La valle nascosta di Naar e Phu. Alle figure di Antonio Giuriolo e Luigi Meneghello è dedicata, infine, la presentazione del volume Pensare la libertà: i quaderni di Antonio Giuriolo con lo storico del dipartimento Culture e civiltà Renato Camurri, affiancato dal professor Mario Allegri.

16/08/2017, 16:49