Ciascuna società, indipendentemente dal momento storico, ritrova difficoltà nell’individuare i suoi punti deboli e riconoscerli consapevolmente, come le violenze e le discriminazioni che ogni giorno si verificano nei confronti di chi viene etichettato come diverso. È sempre stato un monito delle differenti forme artistiche voler testimoniare tali aspetti, ma questa operazione richiede etica professionale e capacità espressiva che contribuiscono a denunciare il problema e smuovere gli animi. Tutto ciò manca al nuovo film di
Stefano Simone.
“
Fuoco e Fumo” nasce con l’obiettivo di testimoniare la pericolosità effettiva dei fenomeni di bullismo, ma senza renderne giustizia per carenze tecniche e narrative. Il film di Stefano Simone mostra le prepotenze verbali e fisiche di un gruppo di bulli nei confronti di un ragazzo dichiaratamente omosessuale e le coraggiose azioni di difesa nei suoi confronti da parte di alcuni amici. La vicenda nasce tra i banchi di scuola sotto la totale noncuranza degli insegnanti nonostante il didascalico monologo iniziale del preside e toccando appena le famiglie degli studenti.
I personaggi sono privi di personalità e incoerenti, tale mancanza è dovuta ad una sceneggiatura dai dialoghi fin troppo didascalici e improbabili, distanti dalle relazioni reali; a questo si aggiunge l’insufficiente capacità recitativa degli attori che imitano la vita senza credere veramente in ciò che dicono e fanno. Inoltre le scelte registiche di Stefano Simone non sostengono il racconto, rendendolo lento e faticoso. Le riprese ed il montaggio, entrambi curati dallo stesso regista, presentano una qualità scadente e spesso sono confusionari, specialmente nelle scene dei pestaggi. Nonostante la tematica significativa “
Fuoco e fumo” si presenta allo sguardo dello spettatore falso e distante, avulso da qualsiasi coinvolgimento emotivo, perdendo la finalità di sensibilizzare e informare sul fenomeno del bullismo.
18/04/2017, 08:40
Chiara Preziosa