Note di regia di "Al Qarya"
Due anni vissuti nel territorio, a stretto contatto con la comunità di Alcara Li Fusi, impegnata nel tentativo di pensare a  un nuovo modello di sviluppo sostenibile, in equilibrio tra le attività umane e l’enorme patrimonio naturale e culturale  ricevuto in eredità. E’ questa l’essenza del documentario Al Qàrya, nome arabo con cui venne chiamata l’antica Alcara  Li Fusi. Qui, associazioni, amministratori, imprese e semplici cittadini, stanno percorrendo una strada nuova, quella che  guarda a ciò che il territorio offre, che crede nella salvaguardia dell’ambiente, che crede nell’accoglienza dei visitatori  interessati a conoscere e a farsi contaminare dalla storia, dalle tradizioni, dalla cultura popolare. Abbiamo scelto di  raccontare tutto questo attraverso le immagini dei luoghi e le testimonianze dei protagonisti di questo tentativo,  consapevoli che questo stesso territorio presenta grandi ferite e contraddizioni. Ci è sembrato ancora più importante e  urgente proporre una storia “normale”, ma in controtendenza, in una terra come quella siciliana, dove spesso la  criminalità, il malaffare e la politica, hanno impedito alle popolazioni la libertà di scegliere del proprio destino,  puntando invece sul facile guadagno e lo sfruttamento incontrollato del territorio. Non abbiamo scelto di girare lo  sguardo in un’altra direzione, ma di guardare verso ciò che ancora resiste e ha resistito, che ci è stato consegnato  quale patrimonio collettivo. Per questo abbiamo privilegiato immagini che mettono in risalto la bellezza della natura,  delle tradizioni, delle attività umane svolte in equilibrio con l’ambiente, perché possano diventare il contraltare più  evidente e stridente da contrapporre al degrado e al malaffare.
Franco Blandi