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SEEYOUSOUND 3 - "The Violin Player", che cos'č un musicista?


SEEYOUSOUND 3 -
L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita”: questa frase di Picasso chiude un film, “The Violin Player”, che č un meccanismo perfetto, una suite visiva e sonora con un andamento che parte dalla quiete mattutina di una giornata qualunque per chiudersi nell’enfasi notturna.

La quotidianitŕ di un violinista indiano esordisce lieve, monotona, quasi insipida; si prolunga lenta per raccogliere il contesto e assorbire la sua opacitŕ. Assistiamo cosě all’inattivitŕ di uno spirito assuefatto alla monotonia dell’essere, sempre uguale a se stesso, che trasforma l’arte in un mestiere (nel senso asciutto del termine): č questo un musicista? Un operaio senza afflato?

L’apatia regna sovrana fino allo snodo che non ti aspetti. Dopo un lunghissimo – e necessario – preambolo, la camera fissa il suo protagonista mentre sorgono dubbio e spaesamento, sobbalzando quando accade l’inatteso.
E l’inatteso sarŕ piů deflagrante di ogni previsione: l’anima scossa produce vera arte, e l’arte scuote la vita.

Con una regia attenta e ricercata, una fotografia molto curata ad enfatizzare il chiaroscuro, il nuovo film del regista indiano Bauddhayan Mukherji merita di essere seguito fino all’ultimo fotogramma, in un crescendo di ritmo che smuove la narrazione con una coinvolgente e sorprendente accelerazione.

Sarŕ difficile scegliere se chiudere gli occhi in sintonia con il protagonista durante i lunghi momenti di nero oppure tenerli aperti in attesa del liberatorio ritorno all’immagine; sě, perché in “The Violin Player”, pare paradossale dirlo, le vibrazioni arrivano dallo sguardo.

29/01/2017, 09:00

Sara Galignano