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NON SI RUBA A CASA DEI LADRI - Una truffa per sopravvivere


L'Italia al buio fotografata senza flash. Il nuovo film dei Vanzina cerca, come spesso accede, di fotografare l'Italia di oggi, ma sempre con qualche istante di ritardo... Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca e Manuela Arcuri nei ruoli principali e Maurizio Mattioli caratterista di qualità. Con Teco Celio, Ria Antoniou e Lorenzo Balducci. In sala dal 3 novembre con Medusa


NON SI RUBA A CASA DEI LADRI - Una truffa per sopravvivere
Stefania Rocca e Vincenzo Salemme
Un’ingiustizia subita, un piano diabolico e una corsa contro il tempo sullo stile di “Ocean’s Eleven” e del citato “American Hustle”, sono gli ingredienti fondamentali del nuovo film di Carlo Vanzina, "Non si ruba a casa dei ladri".

A far da sfondo l’immagine di un’Italia corrotta, di un’Italia che sacrifica il povero cittadino onesto e volenteroso e che favorisce il magnate agganciato alla politica e agli illegali traffici economici. Una situazione drammatica e attuale che si traduce in una commedia leggera e piacevole, priva di volgarità ma che non cessa ancora una volta di riproporre alcuni stereotipi purtroppo inestirpabili nel nostro cinema, come "bellone” da sballo e i riferimenti al solito mondo del pallone.

Tecnicamente parlando Vanzina realizza un film sulla truffa ben riuscito, con delle sequenze pulite che spaziano da Roma fino a Zurigo, e con un cast amalgamato e vincente che da anni fidelizza il popolo italiano, donando già in partenza delle aspettative. Ottima l’interpretazione di Vincenzo Salemme, molto credibili anche Stefania Rocca e Massimo Ghini, un po’ meno Manuela Arcuri.

Debole in alcuni punti la sceneggiatura che offre spesso dialoghi con spicciole lamentele sul panorama odierno. Ciò che desta più confusione tuttavia, è la scelta di un originale e più che surreale happy ending che scredita la parte iniziale e mette in serio dubbio la scelta del regista di riappropriarsi, a suo dire con umiltà, di alcune caratteristiche della Commedia Italiana.

Appena fuori dalla sala cinematografica infatti, non si avverte nemmeno lontanamente quel sapore dolce-amaro delle vecchie pellicole di un tempo, che pur facendo ridere imponevano una profonda riflessione. Bisogna pur sempre ricordare che, se è vero che in Italia l’iter della giustizia è lungo e incerto, e questo il protagonista lo sa, è anche vero che nella stessa Italia un ricco imprenditore con delle buone conoscenze non finirà mai a fare il dog-sitter, e questo qualsiasi l’italiano lo sa.

01/11/2016, 07:38

Giulia Bandini