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FESTA ROMA 11 - Pif e il suo sogno di amore e mafia


Regista e interprete del film di pre-apertura della Festa di Roma, Pierfrancesco Diliberto racconta il suo film. Idea, interpreti e location


FESTA ROMA 11 - Pif e il suo sogno di amore e mafia
Pif e Miriam Leone in "In Guerra per Amore"
Secondo film per Pif, un nuovo racconto sulla mafia e sulla sua Sicilia. Questa volta si parla delle origini recenti, lo sbarco alleato nella Seconda Guerra Mondiale, del fenomeno mafioso visto con gli occhi di un soldato italo-americano.

"Cercavo un racconto che mantenendo lo spirito del mio primo film, mostrasse un piccolo uomo davanti a grande eventi storici. Un film che, nella tradizione della commedia italiana, facesse scorrere su un binario parallelo una storia privata e la Storia".

Qual era il vostro obiettivo?

"La nostra ambizione era dar vita, pensando con rispetto, umiltà e senso delle proporzioni, a un capolavoro come "Tutti a casa" di Luigi Comecini, e abbiamo cercato di farlo con una commedia ambientata durante la seconda guerra mondiale. romantica, divertente ma anche amara perché mostra come un evento storico, apparentemente distante abbia creato le condizioni per l'ascesa della mafia, segnando la storia del nostro Paese".

Realtà e finzione, cosa c'è di inventato e cosa di vero nel film?

"Di vero c'è il Rapporto Scotten, che prova il patto di collaborazione e di alleanza strette con la mafia, destinate a durare nel tempo. Il Rapporto prende il nome dall'ufficiale al quale, nel 1943, fu chiesta una relazione scritta sul tema "Il problema della mafia in Sicilia". Questo rapporto ci ha confermato che la questione mafia per gli americani in guerra era all'ordine del giorno e che, già durante la guerra il capitano Scotten valutava l'opportunità di combattere la mafia per tenerla sotto controllo, oppure quella di accordarsi e allearsi con Cosa Nostra, ipotesi che avrebbe creato danni incalcolabili di cui il futuro avrebbe presentato il conto, o infine quella di abbandonare l'isola in mano alla mafia e chiudersi in enclave".

Come hai scelto gli interpreti di In Guerra per Amore?

"Tutti attraverso vari incontri e provini filmati, tranne Miriam Leone, perché ero sicuro fin dall'inizio che Flora fosse lei; la conoscevo un po' e non avevo dubbi. un certa difficoltà si è manifestata per il ruolo di Philip Catelli, mi serviva un attore che parlasse bene l'italiano e l'inglese senza accento, non c'erano molti candidati ma poi mi hanno suggerito Andrea Di Stefano e sono stato fortunato; quando l'ho incontrato e filmato durante le prove ho capito che era perfetto per il ruolo.
Stella Egitto l'avevo conosciuta in occasione del mio primo film quando cercavo l'attrice giusta per interpretare il ruolo della protagonista da grande e ne ero rimasto molto colpito. Ma la bambina era bionda e Stella bruna e ancora troppo giovane e non se ne fece nulla. Ma stavolta era giusta e ho pensato subito a lei".

Dove avete girato?

"Abbiamo utilizzato Cinecittà World, un parco divertimenti alle porte di Roma per filmare diverse scene ambientate a New York, mentre è stato difficile ricreare i luoghi e le atmosfere dell'epoca in Sicilia, perché non volevo località dove fossero stati girati altri film in passato: ho deciso di inventare una cittadina che non esiste e ho scelto Erice, un paesino sopra Trapani. Gli altri set del film sono la Scala dei turchi, nell'agrigentino, e Segesta nella Sicilia nord occidentale di fronte al cui tempio si racconta che il Generale Patton abbia detto "Ma come mai manca il tetto? Lo abbiamo bombardato noi?".

12/10/2016, 18:01

Natalia Giunti