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LOCARNO 69 - "Paula" e "Mister Universo"


Sullo schermo di Piazza Grande la pittura realista di Paula Modersohn-Becker entusiasma il pubblico nel lungometraggio del regista teatrale e cinematografico tedesco Christian Schwochow.


LOCARNO 69 -
Mister Universo
A Paula Modersohn-Becker, pittrice tedesca precorritrice dell’arte moderna, nata a Dresda nel 1876, formatasi tra Berlino, Worpswede e Parigi, morta giovanissima a 31 anni, per complicazioni seguite al parto della figlia, lo scorso anno, il Museo Comunale d’Arte Moderna d’Ascona aveva dedicato un’importante esposizione. Attualmente il Museo d’Arte Moderna di Parigi espone una grande panoramica delle sue opere. È Intitolato semplicemente Paula, il lungometraggio di Christian Schwochow sulla vita di Paula Modersohn-Becker che nella sua breve, drammatica esistenza, in una carriera di solo 14 anni, ha creato un insieme di opere memorabili innovative, non solo per lo stile, ma per l’indagine umana dei personaggi dipinti, in particolare i bambini. “La mia vita dovrebbe essere una festa” aveva scritto nei suoi diari. E una festa fu, con i suoi quadri che ispirarono le avanguardie pittoriche di fine ‘800, inizio ‘900. Il lungometraggio, un biopic, accurato della sua attività artistica a Worpswede, delle sue vicende sentimentali, della sua vita familiare con Otto Modersohn, anche lui pittore e l’amicizia con il poeta Rainer Maria Rilke, ricrea l’atmosfera bucolica della campagna di Worpswede e in parte quella frenetica parigina, in un affresco coloristicamente sontuoso. La ricerca meticolosa e teutonica dei dettagli sulla prima parte della vita, la voluta dimenticanza dell’ultimo cruciale periodo dell’ esistenza di Paula e qualche lungaggine, appesantiscono e rendono a tratti noioso il pregevole lungometraggio. Paula è portata allo schermo con bravura, convinzione e passione dall’attrice ticinese Carla Juri che dà allo spettatore un ritratto completo della pittrice sia come donna indipendente, sia come artista di smisurato talento.

IL CINEMA ITALIANO A LOCARNO
L’Italia è presente a Locarno con diversi cortometraggi e tre coproduzioni: Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmel 
con Tairo Caroli, Wendy Weber, Arthur Robin e Lilly Robin, una coproduzione con l’Austria guidata da Vento Film nel Concorso internazionale. Nel concorso Cineasti del presente troviamo invece la coproduzione con la Svizzera Il nido di Klaudia Reynicke, con Ondina Quadri (vista l’anno scorso ai Venice Days in Arianna) con Fabrizio Rongione, Diego Ribon e Sonia Gessner, una produzione Amka Films, con Tempesta di Carlo Cresto-Dina, e poi The Challenge di Yuri Ancarani (Italia/Francia/Svizzera), una produzione La bête in coproduzione con Ring Film e Atopic.

Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmel è un interessante e ben riuscito docufilm, un film “verità” come venivano definiti queste opere che indagavano nella realtà quotidiana della gente ordinaria, portando alla ribalta attori non professionisti. Tizza Covi e Rainer Frimmel precursori di testimonianza del reale, del vero, qua esplorano il mondo del circo dietro i paraventi. Così facendo si sono fatti i cantori di un’Italia a molti ancora oggi sconosciuta “fatta di di strade provinciali, di persone che sanno di terrà”, in ambienti dove la solidarietà e l’ aiuto reciproco ha ancora un senso. In Mister Universo ci fanno percorrere un itinerario intimo alla ricerca di un pezzo di ferro, senza valore per tutti noi, ma che per Tairo, domatore di bestie feroci in un piccolo circo, alquanto sgangherato , rappresenta un amuleto, un portafortuna e una fonte di ricordi che diventano realtà a mano a mano che il domatore compie il suo viaggio di ricerca, rivede luoghi e persone della sua infanzia e finalmente ritorva Mistero Universo, l’uomo più forte del mondo che per lui aveva piegato a mani nude il “Ferro del Mestiere”, il ferro del destino.

09/08/2016, 08:00

Augusto Orsi