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Note di regia di "Iconostasi"


Note di regia di
Provare uno spasmo inconsueto, incompreso, e cercare qualcosa di nuovo per occhi sempre più avvizziti e malandati. Un marchio tra le palpebre ne delimita, ormai, posizione, fessura e contagio. Bassi, impassibili, privi di senso, bulbi vitrei che non cercano soluzione, la erano, né riflesso e, alla meglio, si attaccano alla memoria. Non è più il tempo di riesumare cani andalusi, nemmeno emularne il padrone con l'osso sembra ripagare i giovani Fido: l'età dell'oro si è tramutata da lustri in merda d'artista e le mosche, ormai, fanno a gara per l'aspartame.
Che cosa rimane da fare, allora?
Impeti febbrili come fiotti di sangue recisi si riversano su paesaggi sterili, inadatti alla fertilità, icone dolenti che trascendono i margini di uno spastico divenire imbrogliano la prospettiva e si coagulano: l’incontro tra due sogni non basta. Cercare qualcosa di nuovo e non per questo trovarlo, ma assecondare lo spasmo primogenito, perdersi nello squarcio posticcio della dualità per riaffermare il diritto di esserci. Non esserci: la corda tesa del verosimile si è spezzata.
Che cosa rimane da fare, allora, se non lanciare un grido?

Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa

25/06/2016, 17:00