Origini calabresi, prete, scrittore dalla penna pungente, antesignano del giornalista d’inchiesta nel Meridione. A
Vincenzo Padula, vissuto a cavallo del Risorgimento italiano, è dedicato il documentario per il ciclo “Italiani”, con Paolo Mieli, in onda martedì 17 maggio 2016 alle 21.30 su Rai Storia.
Sono gli anni dei moti rivoluzionari per la conquista dei diritti che la Rivoluzione francese aveva disseminato in Europa. Padula è poeta “maledetto” e romantico di un romanticismo, a detta di Francesco De Sanctis, guidato da “un sentimento profondo della natura e da una rara felicità nel ritrarla”; antropologo di una terra che ama; sociologo di una politica ancora lontana a realizzarsi. Quando il Regno d’Italia nel 1877 decide di fare un’indagine conoscitiva (la famosa inchiesta “Jacini”) sulle condizioni economiche del paese, Vincenzo Padula si rammarica: “Il governo centrale ha ordinato varie inchieste sull’agricoltura, sulla pastorizia, e via dicendo, delle provincie meridionali, ignaro ch’io molto prima ch’ei vi pensasse, e senza né chiederne compenso, avevo trattato quegli argomenti.”. Si riferisce a “Il Bruzio”, il bisettimanale fondato e interamente redatto da lui più di dieci anni prima. Il giornale che racconta la cronaca degli eventi, subito dopo l’Unità, e descrive la situazione reale di un popolo meridionale “mutilato” dalla sopraggiunta Unità perché monca delle riforme promesse. La Riforma si verificherà soltanto dopo la Seconda guerra mondiale, quando la neo Repubblica con Fausto Gullo consegnerà finalmente la terra ai braccianti.
La puntata è arricchita dalle testimonianze di Andrea Camilleri, Giulio Ferroni, Riccardo Iacona, Carlo Verdone e Silvio Vigliaturo che fanno di Padula un protagonista nella storia del lungo Ottocento meridionale.
Il documentario è stato realizzato dall’associazione culturale “Stato delle persone”, che prende il nome dalla rubrica: “Stato delle persone” che Vincenzo Padula curava nel bisettimanale da lui fondato nel 1864: “Il Bruzio”.