Fondazione Fare Cinema
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TGLFF31 - "Umana Voce", "The Second Closet", "Tiger Susy",
"Tutta intorno a me" e "Misteriosofica fine..."


TGLFF31 -
The Second Closet
Cercando di non dare nulla per scontato il regista Alessandro Sena spariglia le carte del famoso monologo "Umana Voce" di Jean Cocteau - interpretato nel tempo da attrici come Anna Magnani e Ingrid Bergman - allestendo una versione inedita, mai immaginata ai giorni nostri ma che forse tra qualche anno (si augura Sena contando su un'evoluzione "fisiologica" della nostra società) potrà sembrare naturale: e se la donna abbandonata al telefono dal proprio amante fosse una drag queen?
Scontato il valore del testo (anche se ridotto in questo caso da 30 a 8 minuti), piace l'atmosfera soffusa del bianco e nero e la colonna sonora che, pur non dando tregua, sostiene - unica compagna - la deriva emotiva della protagonista. E convince anche l'interpretazione di Marlene de Pigalle, nonostante la riduzione temporale (e questo è l'unico vero difetto della pellicola) renda più difficile l'evoluzione del personaggio che, alla fine, risulta troppo frettolosa.

Maturo e molto curato, "The Second Closet" affronta un tema nascosto e importante (come tutti gli argomenti di cui non si vuole parlare) e lo fa senza troppe parole; è ciò che accade, infatti, che conta quando si parla di violenza, perché le parole spesso sono bugie, false scuse o false accuse, e "The Second Closet" parla di violenza, delle donne sulle donne, di una donna sulla sua compagna.
Affidandosi a continui flashback, le due registe Sara Luraschi e Stefania Minghini Azzarello (anche nel ruolo della vittima protagonista) costruiscono una narrativa efficace che in pochi minuti tratteggia il passato, il presente e il futuro di una storia d'amore minata dalla sopraffazione.

Ispirato a un fatto di cronaca avvenuto a Verona nel 2013 (giovani che girando in auto la notte sparano a transessuali vengono scoperti grazie a una delle loro vittime) "Tiger Susy" è in realtà un patchwork di brevi episodi che mostrano la realtà di una giovane prostituta trans nelle sue sfaccettature (reali e potenziali): la vita quotidiana, le amiche, il fidanzato, i diversi clienti. Salvo concludersi con la sparatoria per le strade e l'evocazione, così, del crudele episodio che vuole ricordare.

"Tutta intorno a me" vuole esprimere l'esperienza immersiva della memoria, in particolare del ricordo di un amore. A suscitare la catena di sensazioni che rendono più reale del reale (tutte intorno a sè) le immagini di una relazione passata può essere l'elemento più insignificante (come la madeleine di Proust insegna).
Un po' confuso nel costruire i diversi piani temporali, il cortometraggio sfrutta al meglio i rumori d'ambiente, che costruiscono intorno alla protagonista una sorta di bolla sonora che la isola - sola con i suoi ricordi - dal resto del mondo.

"Misteriosofica fine di una discesa agli inferi" di Giuseppe Bucci è la rappresentazione di due momenti di uno spettacolo teatrale di Carlo Cerciello, tratto dal testo di Enzo Moscato e interpretato da Imma Villa nel ruolo di un femminiello. Due momenti a sé, in cui il personaggio racconta la difficoltà della propria condizione, del vivere l'amore e sentirsi accettati per quello che si è.
I primi piani insistenti sul volto fortemente truccato (è la vita? È il teatro? Sono i tratti di un clown?) indagano nelle emozioni e le fanno affiorare da tane, cunicoli, sotterranei, fogne, luoghi che sono casa dei femminielli, triste 'popolo dei sorci', usati ma disprezzati.

09/05/2016, 08:06

Sara Galignano