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Note di regia di "Germano Sartelli. La
Forma delle Cose, Conversazioni"


Note di regia di
E' necessario attendere poiché la visione non è nell'oggetto in sé, ma nel gesto di comprendere, il suo rivelarsi, che l'oggetto è altro oltre a ciò che significa o che ha significato.
Informale come non forma, non più figurativo attraverso cui suscitare emozioni, ma espressione diretta del sentire.
Per Germano del sentire attraverso le forme dell'esistente, della natura tutta. La forma delle cose.
Il farsi del lavoro di Germano lungo il corso degli anni. Lui stesso darà il via alla narrazione. Racconta di sé, del proprio agire e si dispone all'ascolto quando di lui parlano critici e storici dell'arte che lo hanno frequentato. Quelli che su di lui hanno scritto, chi a partire dai primi anni cinquanta, chi successivamente. Andrea Emiliani, Maurizio Calvesi, Marisa Vescovo, Claudio Spadoni, Dario Trento. Un coro di voci che via via chiariscono la sua opera, ne spiegano l'origine, la traducono nel contesto della storia dell'arte. Così, in ordine cronologico tutte le opere, dalle prime realizzazioni alla ultime, dal 1948 al 2010, con anche il germe del nuovo: Germano con lo specchio, il lavoro ancora da farsi, la sua prossima fatica. Le sue opere immerse in quella natura che le ha originate, con i luoghi accennati nelle astrazioni, i paesaggi, con la materia che le costituisce, con i fenomeni naturali che vivono e agiscono nelle sue composizioni. Ecco allora la natura e i suoi elementi, l'acqua, il vento, il fuoco, la terra, poi il ciclo delle stagioni o più semplicemente, le variazioni dello stato della natura, nel corso del tempo. La Primavera e il fiume che scorre tranquillo, immerso in un paesaggio assolato. La campagna è rigogliosa, poco prima del raccolto. L'Estate. I Temporali improvvisi e passeggeri. La terra arsa. Il lavoro dei campi; la mietitura. La fattoria con gli animali. Il fiume depositario segreto di oggetti morti o forse solo dormienti. L'Autunno. Lungo il fiume. Visto da lontano, sfuggevole, prima del letargo. La
casa gli oggetti domestici e ancora fuori la campagna. L'Inverno. Quando il cielo si oscura. Il fiume in piena. La nebbia al mattino. Il paesaggio incantato. Infine una nuova stagione che si affaccia. Di nuovo la Primavera. La casa di Germano nel silenzio, il giardino incantato. La forma. Semplicemente la forma.

Paolo "Fiore" Angelini