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FdP 56 - Intervista a Laura Cini


La regista de "L'Ombelico Magico" racconta la genesi e la lavorazione del documentario.


FdP 56 - Intervista a Laura Cini
Come è nata l'idea per la realizzazione del documentario "L'Ombelico Magico"?
Laura Cini
: L'idea è nata da mia nonna, che faceva anch'essa delle pratiche magiche e dai miei studi di antropologia. Ho lavorato sulla "magia popolare" per quattro anni di cui due di pura ricerca. Nelle mie ricerche mi sono imbattuta a Montignoso in Edda, una delle due protagoniste del documentario. La cosa che mi ha subito affascinato di lei è stata la sua casa, sempre aperta a tutti, un luogo dove tutti si sentivano a suo agio. Ho trascorso tanto tempo a casa di Edda e li ho capito le tante relazioni che si istauravano tra la donna ed i visitatori della sua casa. Ho intessuto con lei un rapporto simile a quello di una nipote con la nonna, tanto che Edda è riuscita a non sentire più la presenza delle telecamere intorno a lei.
Anche Giulia, la co-protagonista, è di Montignoso. E' una ragazza moderna con una forte base spirituale. L'ho incontrata quando è stata a farsi "segnare" da Edda ed in lei ho trovato quella persona, che ha fatto tutte le domande che io volevo fare alla signora. Edda è entrata in una piccola crisi, perché tramite Giulia ha capito come il Mondo è cambiato fuori dalla sua casa. Tramite lei ha capito che insegnarle la pratica magica era l'unico modo per farla sopravvivere, anche se in modo diverso. D'altro canto anche Giulia ha una crisi e capisce, che poco più che ventenne, non è ancora pronta ad essere la "discepola" di Edda, perché prima deve risolvere alcune cose in sospeso della sua vita.

Hai conosciuto anche te i segreti delle pratiche di Edda?
Laura Cini: Sì, durante la lavorazione del documentario ho carpito alcuni segreti di Edda ed ho capito come questi riti siano stati tramandati da generazione in generazione. Ho visto come far "funzionare" quello che faceva mia nonna. Queste persone hanno un canale aperto con un Mondo ancestrale e con le forze generatrici dell'universo. Istintivamente riconoscono anche la persona giusta per poterle tramandare.

Nel documentario hai ben rappresentato la dicotomia tra il moderno e l'arcaico, tra la costa e l'entroterra della Versilia. Ce ne puoi parlare?
Da una parte c'è la zona vacanziera, decadente e triste della Versilia; mentre dall'altra, nell'entroterra, c'è una terra affascinante, tutta da scoprire. La contraddizione è un po' rappresentativa del mio vissuto. Le mie origini sono contadine, poi, il mio carattere "agitato" mi ha portato lontano dai luoghi d'origine, verso Londra.
Su quest'aspetto mi piace sottolineare la presenza nel documentario di un personaggio singolare come il predicatore del molo di Marina di Massa, che da anni cerca di redimere gli animi dei vacanzieri, immersi in una realtà mondana e new age.

Fin dove ti sei addentrata nel mostrarci la vita di Edda? Cosa non hai montato o dove hai spento la telecamera per "pudore"?
Laura Cini: Edda è una persona complessa. La sua anima non è mai rivelata, perché è una persona chiusa. Abbiamo girato senza problemi nella sua casa, filmando anche alcune scene nell'intimo della sua camera. Nel montaggio, poi, abbiamo utilizzato solo i materiali finalizzati alla storia che volevamo raccontare. Edda è fatta di sguardi e come dice un personaggio del film "è come il mare, un posto che non sai mai cosa c'è dentro". Lei riesce a conoscere tutti, ma non conoscerai mai lei.

Per concludere, ci parli un po' degli aspetti produttivi del film?
Laura Cini: Il film è prodotto dalla Kinè di Claudio Giapponesi con il supporto della Regione Toscana. Abbiamo lavorato come un team compatto ed è stato anche grazie a Claudio, che ho scelto Edda per la mia storia. Abbiamo girato tanto ed il montaggoio del film ha richiesto molto tempo.

03/12/2015, 20:44

Simone Pinchiorri