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FdP 56 - I film di "Immagini del Verbo
Amare: i Documentari di Mary Jimenez"


FdP 56 - I film di
Una scena del film "D'Arbres et de Charbon"
D'Arbres et de Charbon
Belgio, 2013, 58'
Regia: Bénédicte Liénard Montaggio/Editing: Mary Jiménez
La panchina verde è sempre lì, nel boschetto che la famiglia ha ereditato da un vecchio antenato, infortunatosi sul lavoro 150 anni fa. Quando il padre si ammala, Bénédicte decide di 'mettersi a giocare' con le immagini di famiglia in super 8 per liberarle dalla sofferenza e dalla malinconia del 'non più'. I ricordi sono cose del presente e possono abbinarsi ad esso come la durezza del guscio alla tenerezza della polpa.
Martedì 1 dicembre, Spazio Alfieri, ore 17:00

Du verbe aimer
Belgio, 1985, 83'
Regia: Mary Jiménez
Il ritorno in Perù di Mary Jiménez, anni dopo la morte della madre, è il punto di partenza per una ricerca, per un incontro impossibile eppure necessario con la memoria della figura materna. Il film è la traccia multipla di questa ricerca, attraverso frammenti, luoghi, sguardi - visionari e al tempo stesso lucidissimi - sulla propria terra d’origine, sui propri luoghi, sui propri cari.
Du Verbe aimer è un film autobiografico, un saggio poetico sulla memoria che diventa racconto, un film sulla follia e un percorso di consapevolezza e scoperta di sé attraverso le immagini.
Giovedì 3 dicembre, Spazio Alfieri, ore 16:30

Face Deal
Belgio, 2014, 29'
Regia: Mary Jiménez
Un film di visioni alterate e di volti enigmatici. La regista incontra il padre ultracentenario per filmare quello che potrebbe essere il loro ultimo incontro. L’uomo però non la riconosce. La domanda di partenza si rovescia e il film diventa una messa in questione del proprio io: "Chi sono io quando non mi rifletto nell'altro?".
Lunedì 30 novembre, Spazio Alfieri, ore 17:15

Héros sans visage
Belgio, 2012, 61'
Regia: Mary Jiménez
Giovani uomini sfuggiti al suo scatto fotografico, perduti per sempre sul fondo del mare o tra dune di sabbia, oppure scampati ai flutti per raggiungere una terra che non offre loro che lotta. Sono gli eroi senza volto di M. Jiménez. Dallo sciopero della fame a Bruxelles al racconto di un giovane camerunense, passando per il camporifugiati di Choucha (Tunisia): tre momenti di una battaglia compiuta in nome della conquista della propria stessa vita.
Venerdì 27 novembre, Odeon, ore 18:00

La Position du lion couché
Belgio, 2006, 90'
Regia: Mary Jiménez
Tutto ha inizio con un dono. Nasce un bambino e gli viene regalato un peluche appartenuto ad Anna. Come imparare a nascere, come imparare a morire. Attraversando i luoghi della malattia senza rimedio, Mary Jiménez prova ad apprendere l'arte di morire e si interroga: “Se il corpo è mio, come può fare così tante cose senza di me? E se invece il corpo non è mio, cosa altro lo è?”.
Domenica 29 novembre, Spazio Alfieri, ore 15:00

Le Dictionnaire selon Marcus
Belgio, 2009, 80'
Regia: Mary Jiménez
“Non riesci a immaginarlo, devi starci dentro” dice Marcus del carcere. Condannato per ricettazione, contraffazione, furto con scasso, oltre a conoscere bene il luogo di cui racconta, Marcus ne ha fatto, suo malgrado, la ragione ultima della sua esistenza. Presta aiuto agli evasi e lo fa senza provare remore: la sua è una vocazione; il suo modo di reagire ad un luogo che, lungi dall'estinguere le colpe, le condanna alla putrescenza.
Sabato 28 Novembre, Spazio Alfieri, ore 16:30

Loco Lucho
Belgio, 1998, 59'
Regia: Mary Jimenez
Un ritorno nel paese d’origine, alla scoperta del padre, della sua vita, dei suoi pensieri più reconditi, dei suoi rapporti con il passato e con la madre della regista, scomparsa qualche anno prima. Il film ruota intorno alle lettere scritte nel corso degli anni dai protagonisti di questa storia, tessendo un filo che unisce individui vicini e lontani al tempo stesso.
Lunedì 30 novembre, Spazio Alfieri, ore 17:00

Sobre las Brasas
Belgio, 2013, 85'
Regia: Bénédicte Liénard, Mary Jiménez
Una famiglia per sopravvivere negli altopiani dell'amazzonia peruviana produce carbone vegetale tra stenti e miseria. L’immagine di una decadenza collettiva si riflette nella vita del nucleo familiare. Eppure in ogni inquadratura, in ogni volto messo a fuoco, in ogni gesto, un'incredibile forza vitale si rivela agli occhi delle registe capaci di disegnare un mondo umano che resiste ad una modernità di cui si sono persi i limiti.
Domenica 29 novembre, Spazio Alfieri, ore 22:00

14/11/2015, 11:37