FESTA CINEMA ROMA - Enrico Vanzina ricorda Corbucci

Molti gli omaggi e i tributi che questa decima Festa del Cinema di Roma ha voluto dedicare a grandi nomi del cinema del passato.

Il primo, molto sentito e commosso, è stato quello che ha coinvolto lo sceneggiatore Enrico Vanzina nel ricordare il regista Sergio Corbucci.

"Pensando al più grande intellettuale italiano di sempre Flaiano e Steno hanno sempre parlato di Leo Longanesi, aggiungendo però che per capirlo davvero bisognava conoscerlo di persona. Con le dovute proporzioni posso dire la stessa cosa di Sergio Corbucci. E infatti Francesco Rosi mi diceva sempre che Roma si divide in due categorie, quelli che hanno conosciuto Sergio e quelli che non hanno avuto questa fortuna."

Il primo incontro tra Vanzina, accompagnato dal padre, e il regista romano venuto a mancare venticinque anni fa, fu in Spagna a bordo della piscina di un grande albergo, in occasione delle riprese di un film con Walter Chiari. Suo padre Steno era un suo grande amico, tanto che Corbucci immaginava un finale "cinematografico" insieme: "un giorno, quando tutto sarà finito e il vento dell'Apocalisse avrà spazzato via il cinema, nel silenzio si sentirà una voce "Steno!" e un'altra risponderà "Sergio!"."

Ma il vero finale, quello più triste, arrivò il 30 novembre 1990 in occasione di una cena: "eravamo io, mio fratello e Marco Risi e Sergio venne da noi chiedendoci di abbracciarlo forte per l'ultima volta. Noi non capimmo, ma il giorno dopo lui ci lasciò."

Il destino però gioca a volte degli scherzi, e a distanza di anni Corbucci seppe tirar fuori un colpo di scena anche se dall'aldilà: "quando Quentin Tarantino dichiarò di essersi ispirato al cinema di Sergio Corbucci, quelli che avevano sempre guardato al cinema popolare con sospetto dovettero ricredersi, e oggi prima di dare giudizi fanno molta attenzione. E questa è la più bella sceneggiatura che Sergio abbia mai concepito."