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Il cinema lucano al Festival di Annecy 2015


Il cinema lucano al Festival di Annecy 2015
Passa come la grande festa d'oltralpe alla nostra filmografia. Ma "Annecy Cinema Italien" è pure altro. Grazie al suo ideatore, il critico e storico, Jean A. Gili, che con scrupolosa attenzione si dedica da anni ai film e a registi italiani (è sua una delle più interessanti opere su Elio Petri), Annecy si è andato affermando in un osservatorio a servizio dei distributori francesi indipendenti che, delle volte, hanno portato in sala film italiani che in Patria erano stati snobbati persino dalla critica.

La 33 esima edizione, in programma dal 23 al 29 settembre nella bella cittadina dell'Alta Savoia (la chiamano la Venezia di Francia), oltre alle proposte dei due concorsi (fiction e documentari), omaggia Francesco Rosi, Gianluca Maria Tavarelli (a lui andrà il premio Sergio Leone), Sergio Castellitto (il più francese degli attori italiani viventi) e Philippe Noiret, versatile e geniale attore dai garbati modi borghesi che lavorò da noi con registi del calibro di Monicelli ("Amici miei"), Montaldo, ("Gli occhiali d'oro"),Tornatore ("Nuovo cinema Paradiso"), Ferreri ("La grande abbuffata", "Non toccare la donna bianca"), Scola ("La famiglia"), Radford ("Il postino").

Tra gli eventi speciali non può che sorprendere la finestra che Annecy quest'anno apre sulla Basilicata e su alcuni film che sono stati girati tra Matera e il Vulture e che hanno consentito di far accendere i riflettori su un territorio interno della Penisola la cui bellezza spesso è rimasta nascosta. Insieme al primo lungometraggio del potentino Antonello Faretta "Montedoro" che è in concorso nella sezione delle fiction, sono stati selezionati per la retrospettiva "Il brigante di Tacca di Lupo" (1952) di Giuliano Germi, il capolavoro pasoliniano "Il Vangelo secondo Matteo" (1964), di Francesco Rosi i lavori "C'era una volta" (1967), "Tre fratelli" (1981) e "Cristo si è fermato ad Eboli (1979) con Carlo Levi interpretato da un introspettivo Gian Maria Volontè. Gli altri titoli lucani sono "Allònsafan" (1974) di Paolo e Vittorio Taviani, il poco riuscito "Non ho paura" (2003) di Gabriele Salvatores, "Il rabdomante" (2007) di Fabrizio Cattani, la premiatissima commedia "Noi e la Giulia" (2015) di Edoardo Leo e il divertente e sarcastico cortometraggio "Sassiwood" (2013) di Antonio Andrisani e Vito Cea.

Insieme alle pellicole viene presentata, per la curatela del Centro Cinema di Cesena, una mostra di scatti sui set lucani. Tanto dai film che dalle fotografie si può notare come il territorio, i luoghi della Basilicata più che sfondo decorativo e scenografia naturale si impongono in trama, narrazione. Inoltre, se da una parte favoriscono la riscoperta di un Sud poco conosciuto dall'altra si prestano bene per dare una connotazione ambientale o epocale a seconda di quanto previsto da copione.

21/09/2015, 11:50

Mimmo Mastrangelo