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Su Rai Storia per per il ciclo "Binario Cinema" il film "I 57 Giorni"


Su Rai Storia per per il ciclo
Il racconto dei giorni che separano la morte di Giovanni Falcone da quella di Paolo Borsellino. Giorni in cui il giudice Borsellino intuisce il suo destino e fa i conti con la propria vita, con gli affetti e traccia il bilancio di un'esistenza, del suo impegno, come magistrato e come uomo, delle vittorie e delle sconfitte. Il film "I 57 giorni" di Alberto Negrin - in onda domenica 19 luglio alle 21.30 su Rai Storia ch. 54 del Digitale terreste e ch.23 Tivù Sat, per il ciclo Binario Cinema.

Il film parte dal 23 maggio 1992. Paolo Borsellino, nel film interpretato da Luca Zingaretti, è dal barbiere. È un giorno speciale. Aspetta il suo amico Giovanni Falcone, che torna a Palermo da Roma per qualche giorno. Si vedranno a pranzo, Borsellino ha seminato la scorta per andare al mercato del pesce e comprare qualcosa di speciale, ha cucinato lui stesso. Bisogna festeggiare la candidatura di Giovanni alla Superprocura, la nomina è data per certa. Ma arriva una telefonata sul cellulare del giudice. Una notizia terribile: un attentato sull'autostrada Punta Raisi-Palermo. Vi è coinvolto Falcone. Borsellino corre all'ospedale. L'amico gli muore tra le braccia. Dal giorno dopo Borsellino combatte contro il tempo. Ha bisogno di capire, di comprendere che cosa c'è dietro alla morte dell'amico, che è più che un fratello per lui. Nel profondo di sé, Borsellino intuisce che lui e Falcone sono legati da un destino comune. Entrambi si sono battuti contro la mafia e hanno vinto una battaglia decisiva, istruendo il maxiprocesso. Entrambi sono divenuti il simbolo dell'Italia onesta che finalmente ha alzato la testa contro lo strapotere di Cosa Nostra. Ma ora Borsellino è rimasto solo. In quei cinquantasette giorni la sua è una attività frenetica e sottile, vuole arrivare alle verità, prima che il destino che ha travolto Falcone afferri anche lui. Tante cose sono cambiate in Italia, tutto sta muovendo verso un futuro mai così incerto. Al nord è scoppiata tangentopoli che minaccia di travolgere un'intera classe politica. Al sud la Cassazione ha confermato gli ergastoli del maxi­processo per la Cupola mafiosa. Cosa Nostra è come una belva ferita. Borsellino intuisce che è alla ricerca rabbiosa di nuove strategie: l'assassinio di Falcone è l'inizio di una offensiva terroristica, una dichiarazione di guerra allo Stato. E il giudice sa di essere un pericolo per gli interessi della Mafia, un nemico da abbattere, perché tutto torni come prima.

18/07/2015, 11:34