Note di regia del cortometraggio "Clinamen"


Note di regia del cortometraggio
"Clinamen" parla di una signora affetta da Alzheimer, ma soprattutto parla di solitudine: una solitudine che rende la malattia di Domenica Fabiani un male invincibile; la solitudine di Nicola, un "ragazzo di vita", che affronta la sua giovinezza con alle spalle un passato ingombrante e imperscrutabile. Lo scopo del film, dunque, è quello di raccontare un aspetto della vita, e per farlo non si può far altro che calarsi nella realtà senza aver timore di mettere a nudo la quotidianità della città, rappresentata sia nella sua bellezza che nelle sue asperità. Uno degli aspetti di maggiore coerenza stilistica e realistica sta proprio nell'uso del dialetto che viene talvolta usato dagli interpreti per esprimersi. Allo stesso modo le scelte registiche e fotografiche vedono l'autenticità, simil-documentaristica, come punto d'approdo. La macchina da presa si immerge nella realtà, essendo quasi sempre vicina ai soggetti. Quasi mai si assiste ad inquadrature armoniche, seppur studiate, tese a cercare un equilibrio fra l'ambiente dei sobborghi urbani e l'animo inquieto dei protagonisti.
Proprio come nella teoria del “Clinamen“ di Lucrezio, secondo cui gli atomi, o per composizione gli esseri umani, sono progetti destinati al vuoto che talvolta, nella loro caduta, ricevono una casuale spinta verso una casuale direzione.​

Clemente Corallo