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CANNES 68 - Matteo Garrone: "Lo Cunto de
li Cunti è un racconto scespiriano"


"Fare un film fantasy in Italia è sembrata un'incoscienza, ma io prima che un regista mi sento un pittore e questo genere si misura con la forza visiva dell'immagine" - ha dichiarato il regista.


CANNES 68 - Matteo Garrone:
Vincent Cassel, Matteo Garrone e Salma Hayek
"Lo Cunto de li Cunti è un testo meraviglioso e moderno e quindi mi sembrava giusto portarlo in scena, anche se il progetto era ambizioso ed incosciente. Mi sono avventurato con un gruppo di attori e collaboratori straordinario ed è uscito questo film". Così Matteo Garrone ha introdotto ai giornalisti "Il Racconto dei Racconti", presentato in concorso alla sessantottesima edizione del Festival di Cannes". "Il libro è scritto in un dialetto napoletano del '600, oggi incomprensibile" - ha continuato il regista - "C'è in Basile una componente scespiriana e Italo Calvino diceva che i suoi racconti erano "il sogno di un deforme Shakespeare partenopeo". Quindi ho scelto di utilizzare la lingua inglese nel film anche per questo, oltre che per dare un'universalità al testo".

Il regista ha, poi, parlato della costruzione del film ed in particolar modo degli effetti speciali: "Dimitri Capuani è lo scenografo del film, con lui abbiamo fatto un grande lavoro di ricostruzione iperrealista degli ambienti e cercando delle location, che pur essendo reali, sembrassero ricostruite. Abbiamo lavorato tra realismo e dimensione fantastica. Gli effetti speciali sono stati realizzati da Leonardo Cruciano, lavorando sul set solo in un secondo momento con gli effetti digitali. E' stato un lavoro artigianale per cercare di creare immagini il più possibile vere ed autentiche. Lo stesso lavoro l'abbiamo fatto con gli attori. Determinanti per questo film sono stati anche i ruoli dei costumisti, del direttore della fotografia e del compositore delle musiche".

Parlando dei "genere", Garrone, ha detto: "Fare un film fantasy in Italia è sembrata un'incoscienza, ma io prima che un regista mi sento un pittore e questo genere si misura con la forza visiva dell'immagine. Nei miei film precedenti sono partito dalla realtà per poi sfociare in una visione fantastica. In questo ho fatto il percorso inverso".

"Nel modo di lavorare l'attore mette sempre qualcosa di se nel personaggio" - ha continuato il regista - "Tutto il cast ha portato qualcosa del loro vissuto, della loro personalità ai personaggi che hanno intepretato e li ringrazio, perchè questo è un film femminile, scritto da quattro uomini, e senza le nostre attrici, che hanno rivisitato in scena i loro ruoli, non sarebbe mai stato possibile realizzarlo".

La splendida "Regina" Salma Hayek ha parlato del suo personaggio: "Il conflitto della Regina è qualcosa di profondamente umano, come l'ossessione verso i figli, dalla voglia di maternità al non sapersi separare dalla prole, è qualcosa che molte donne, in Messico come in Libano e in Italia sperimentano". Poi, ha continuato descrivendo la scena dove mangia il cuore sanguinolento di un drago. "E' stato disgustoso! Una cosa orribile, era veramente identico a un vero cuore. Mia figlia Valentina era lì sul set e mi guardava dal monitor, a un certo punto mi ha consigliato di sputare..."

14/05/2015, 16:43

La Redazione