Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

FEDELE ALLA LINEA - Essere Giovanni Lindo Ferretti


FEDELE ALLA LINEA - Essere Giovanni Lindo Ferretti
"Male che vada ne faremo un cantante". Così il parroco e la suora responsabili del collegio di Reggio Emilia "battezzarono" la futura carriera di un ragazzino al tempo tanto tranquillo quanto portato per il canto. Quel bambino si chiamava Giovanni Lindo Ferretti, e la sua vita sarebbe per sempre stata legata alla musica.

Del personaggio-Ferretti, enigmatico e controverso, negli anni si è scritto e letto tanto, ma raramente la cronaca e la stampa musicale sono riuscite a penetrare la sfera privata dell'uomo.
Ci è riuscito, e in maniera convincente, Germano Maccioni, che con il suo "Fedele alla linea" ripercorre la vita e la carriera del musicista romagnolo.

Dietro il fumo di innumerevoli sigarette, Ferretti si racconta con tono confidenziale, sussurrando storie di vita molto spesso cariche di dolore, come il rapporto difficile con la madre, incapace di accettare le sue scelte per lunghi anni, o la scoperta di un tumore di dodici centimetri nel polmone.

La lunga intervista fatta nella silenziosa casa di montagna, dove il musicista ha scelto di tornare a vivere, si alterna alle immagini della vita degli anni '80, carica di grida, musica punk-rock e toni sempre troppo alti.

L'infanzia, il rapporto con la fede, la scoperta della contestazione, le scelte politiche, la musica, la malattia, la morte. Maccioni mette così a suo agio il protagonista da riuscire a tirarne fuori i segreti, le paure e i desideri più profondi.

Si scopre così l'amore per i cavalli, protagonisti del suo ultimo progetto, "Saga. Il Canto dei Canti", un'opera epica equestre che narra il legame tra uomini, cavalli e montagne affrontata con una carica feroce e barbarica.

Cavalli indomabili, proprio come furono Ferretti e i "CCCP Fedeli alla linea", protagonisti di una stagione di anarchia e ribellione musicale ormai lontana, sostituita ormai da un approccio diverso, silenzioso, concentrato, forse più maturo.

19/04/2015, 16:21

Antonio Capellupo