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CINEMA DU REEL 37 - “Killing Time”: il rientro temporaneo
dei soldati americani partiti per il Medio Oriente


Lydie Wisshaupt-Claudel ritrae un gruppo di soldati occupati ad “ammazzare il tempo” prima di essere nuovamente chiamati al fronte.


CINEMA DU REEL 37 - “Killing Time”: il rientro temporaneo dei soldati americani partiti per il Medio Oriente
Una scena di “Killing Time”
Presentato in prima mondiale al Cinéma du Réel di Parigi all’interno della competizione internazionale, “Killing Time” di Lydie Wisshaupt-Claudel č un documentario girato nella cittadina di Twentynine Palms (situata nel deserto del Mojave, in California), dove si trova un’immensa basa militare che accoglie i soldati di ritorno dall’Irak e dall’Afghanistan, in attesa di ripartire al fronte. Senza indagare le ripercussioni psicologiche della guerra sui giovani soldati che rientrano a casa, la regista focalizza la propria attenzione sulla banalitŕ del quotidiano e il senso di noia che contraddistingue le loro giornate.

Il film segue una dozzina di militari che vagano nell’arida e labirintica cittŕ mentre cercano di “ammazzare il tempo”, rasandosi i capelli, mangiando al fast-food, facendosi tatuaggi, prendendo parte agli incontri parrocchiali, consumando birra e praticando sport, in uno sterile compiersi di gesti che assumono un valore rituale. Il lento passare dei giorni č scandito da incontri monotoni ed effimeri con la societŕ civile, che evidenziano il distacco fra questi due mondi e la difficoltŕ dei soldati a riappropriarsi di una vita passata a cui ormai si sentono estranei.

Senza l’uso d’interviste o voci fuori campo, Lydie Wisshaupt-Claudel lascia trasparire con naturalezza il disperato senso di vuoto di questi soldati che ormai sembrano solo in grado di aspettare di essere convocati di nuovo sul campo, prigionieri di una profonda solitudine che nemmeno il cameratismo militare sembra capace di spezzare.

27/03/2015, 18:59

Marco Cipollini