Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "Porto Sonoro"


Note di regia del documentario
Questo documentario vuole essere un omaggio a due opere che mi hanno da sempre affascinato e ispirato; Berlin – Die Sinfonie der Großstadt di Walter Ruttmann e A propos de Nice di Jean Vigo. Entrambe queste pellicole lavorano molto sulla struttura “anti narrativa” e sull’astrazione delle suggestioni visive, prese comunque dal mondo reale. Anche questo mio lavoro, Porto Sonoro, sul porto di Genova, usa il registro del non verbale per raccontare un luogo che mi da forti emozioni estetiche. La forma da me usata è quella della sinfonia visivo sonora. Mi sono perso più volte nei vicoli di Genova, nella confusione e nel frastuono dei terminali e delle banchine. Ho eliminato quasi completamente l'elemento umano dal quadro, relegando la figura in secondo piano. Direi che il tema principale di Porto Sonoro è l'invasione delle grandi macchine e della tecnologia rumorosa ai margini di una grande città. Ho atteso navi enormi da tutto il mondo e mi sono fermato a vedere, ma soprattutto a sentire, il rumore che facevano quegli enormi container sbattuti da una parte all'altra del Mediterraneo. Ho avuto paura di alcuni immensi bracci meccanici che a vederli al crepuscolo mi sembravano come dinosauri pronti ad acciuffare il primo uomo indifeso che passava di lì. Non sentivo il bisogno di avere una voce che mi raccontasse una storia legata a quel porto. Avevo piazzato bene il mio cavalletto dove doveva stare e lì in silenzio osservavo la confusione del lavoro che si attorcigliava intorno a me. Io non mi muovevo. Ero a Genova e c'era ancora tutto il Terminale Nord da perlustrare. Avevo solo due occhi, due orecchie e una telecamera.

Duccio Ricciardelli