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DARIO ARGENTO - Una vita da "PAURA"


Pubblicata da Einaudi l'autobiografia del Maestro del thriller italiano, un libro imperdibile per i fans ma anche per chi si avvicina per la prima volta al suo cinema.


DARIO ARGENTO - Una vita da
Si legge tutta d'un fiato quest' autobiografia di Dario Argento, dal titolo secco come una coltellata: Paura.

E' la storia del maestro italiano che più di tutti ha ribaltato i generi e le regole del cinema del terrore, dirigendo capolavori assoluti di thriller ed horror ancora oggi insuperati. Edita da Einaudi, a cura di Marco Peano, quest'opera permette per la prima volta di entrare nel laboratorio segreto del regista romano e racconta le sue passioni, i suoi amori, le sue paure, i suoi viaggi e le sue tante collaborazioni cinematografiche.

"Paura" è una vera e propia "autobiografia horror", il percorso di un artista geniale e al di là di qualsiasi schema ed inquadramento. Dario Argento è riuscito a imprigionare i suoi demoni personali con la macchina da presa, è stato capace di trasmetterli a tutti noi, trasformandoli in opera d'arte. Il libro si legge con una fluidità sorprendente, la scrittura del regista è minimale, giornalistica ma anche molto evocativa.

La narrazione si interrompe all'agosto del 2014, ed è lo stesso Argento che smette di portarci nel suo privato dicendoci: "Ma per ora mi fermo qui". Ci fa capire che ha ancora molto da raccontare, che come autore e come uomo ha in porto ancora molte avventure e molti plot geniali, nonostante le difficoltà produttive e i recenti insuccessi al botteghino.

"Paura" è divisa in capitoli brevi, sono pallottole d'argento al cuore, ognuna racconta in qualche modo la nascita di un suo film e un periodo cruciale del suo percorso cinematografico. Da critico cinematografico per "Paese Sera", a soggettista di "C'era una volta il West" per Sergio Leone ( insieme ad un giovanissimo Bernardo Bertolucci ), Argento esplode come regista nel 1970, con il suo primo film, "L'uccello dalle piume di cristallo" che incassa un miliardo e quattrocento milioni e fa letteralmente schizzare il suo nome ai quattro lati del pianeta.

Comincia da lì una delle più spettacolari carriere del cinema italiano, tra successi e capolavori assoluti come "Profondo Rosso" e Suspiria, superando vicende personali e familiari difficili, mantenendo però sempre la forza di autore e di artista pienamente cosciente del suo valore di pioniere e artigiano del cinema.

Colpisce il racconto delle fasi di scrittura di tutti i suoi film, che Argento porta avanti in solitudine, sceneggiando in case spesso abbandonate, persino senza energia elettrica, o in luoghi isolati e protetti dove da scrittore riesce a connettersi quasi in maniera "medianica" con dei livelli di narrazione, di una profondità e di una forza sconcertante. Spesso Argento, da solo davanti alla stesura del suo copione, viene suggestionato da rumori, presenze e figure che si animano e si palesano nei modi più inaspettati, come se la realtà fosse plasmata in qualche modo dalla sua scrittura.

Molto interessanti sono i riferimenti continui che Argento fa alla sua ricerca sulla psicoanalisi e sulla costruzione dei personaggi che spesso rispecchiano momenti di una ricca esperienza umana e sotto i quali si celano simboli, percorsi e ossessioni. Di tanto in tanto poi il regista dissemina nella narrazione dei piccoli stralci di immagini che potrebbero realmente diventare altri film terrificanti. Vedi la vera e propia iniziazione alla paura "atavica" del piccolo Argento, con le visioni in tenera età dell'Amleto a teatro e la serata al cinema all'aperto con la nonna a vedere il primo spaventoso Fantasma dell'Opera.

Altro momento di terrore per lettore di Paura, sono le descrizioni delle varie telefonate anonime ricevute misteriosamente dal regista negli alberghi in cui soggiorna e la figura del "doppio Argento", che gira per Roma a spacciarsi per il regista in persona. Un vero e proprio doppelgänger di hoffmanniana memoria. Ma interrompo per un attimo la scrittura dell'articolo, sento dei passi pesanti nell'altra stanza, ma in realtà sono solo in casa… Entra l'Uomo Sabbia.

08/01/2015, 22:52

Duccio Ricciardelli