La giuria del
concorso internazionale Tutti nello stesso piatto composta da Katia Bernardi (regista, presidente), Gianluigi Bozza, Michele Trentini, Diego Cutilli, Gianluca Colla, Beatrice De Blasi (direttrice artistica festival) sottolinea la qualità delle opere presentate sia sotto il profilo cinematografico che espressivo sia per la varietà e l’originalità delle tematiche affrontate e la capacità proporre con chiarezza ed efficacia le tematiche affrontate e assegna:
Premio Migliore Cortometraggio (ex-aequo)
The call di Reber Dosky
Motivazione: Per l’intensa capacità di presentare, anche con una efficace poesia visiva, il ritorno nel proprio villaggio di Habib. Il protagonista, un curdo costretto all’esilio dal governo turco, lascia la propria vecchia famiglia a Istambul per ricostruire la propria esistenza negata nella terra dei padri. Con un linguaggio misurato ed essenziale, dalla scelta di un uomo, scaturisce il legame che ognuno ha con le proprie radici e che tenta di salvaguardarle ad ogni costo, per non abbandonare il luogo in cui è nato raccogliendo l’eredità del proprio popolo.
The barrel di Anabel Rodriguez Rios
Motivazione: Si racconta la vita dei bambini in un villaggio galleggiante sul lago di Maracaibo in Venezuela. Le sfide e le difficoltà quotidiane sono raccontate dalla regista attraverso la spontaneità e la leggerezza del protagonista e dei suoi coetanei.
Premio Miglior Lungometraggio (ex-aequo)
My name is salt di Farida Pacha
Motivazione: Per la capacità di raccontare con sensibilità ed efficacia espressiva la vita che ogni anno, per otto mesi, compiono uomini donne e bambini, per produrre il sale nel deserto del Little Rann of Kutch nello stato del Gujarat, nell’India Nord-Occidentale. La regista, con un’affascinante poesia visiva, riesce a coinvolgere lo spettatore in un ambiente sconfinato, condividendolo con i protagonisti.
Raw Herring di Leonard Retel Helmrich e Hetty Naaijkens
Motivazione: Retel Helmrich, che con un linguaggio particolarmente incisivo coinvolgono lo spettatore nei momenti della vita di un gruppo di pescatori olandesi, ritraendoli sia mentre sono impegnati nei Mari del Nord nella pesca e nel lavorare industrialmente le aringhe, sia nei rari momenti di vita familiare. Sono gli ultimi protagonisti di una tradizione secolare che spesso hanno ereditato dai loro padri e che si sta estinguendo.
No land, no food, no life di Amy Miller
Motivazione: Che documenta in modo convincente le trasformazioni che la globalizzazione e il modello capitalistico producono sulle popolazioni contadine, distruggendo modelli di sussistenza secolari, le esistenze familiari e comunitarie, ogni prospettiva di futuro, seminando miseria e trasformando radicalmente l’ambiente. Tre Paesi diversi, con classi dirigenti che cercano di imporre l’industrializzazione forzata dell’agricoltura come presunta garanzia per il benessere dei loro popoli.
La giuria Amnesty del concorso internazionale Tutti nello stesso piatto composta da Riccardo Noury, Maria Rosa Mura, Emiliano Bos, Marco Pertile, Alberto lavelli, Maria Cadonna, Beatrice De Blasi assegna il:
Premio Amnesty
Wanki – Il silenzio delle sirene di Joana de Freitas Ginori e Matteo Vieille Rivara
Motivazione: L’opera premiata da Amnesty International Italia alla sesta edizione di “Tutti nello stesso piatto”, il festival di cinema cibo e videodiversità, organizzato da Mandacarù e Altromercato a Trento. La giuria del premio di Amnesty International Italia ha riconosciuto in “Wanki – Il silenzio delle sirene” una importante testimonianza sulla vita quotidiana della comunità miskito del Nicaragua, ancora alle prese con l’eredità del conflitto interno degli anni Ottanta e piagata dalla forte incidenza della violenza contro le donne ma anche dignitosa nell’affermare la necessità di un rapporto equilibrato tra la comunità e la natura che la circonda, in primo luogo il fiume Wanki e le sirene che lo abitano.
La giuria ha anche voluto segnalare con una
menzione speciale il cortometraggio “
Godka Cirka” di Antonio Tibaldi e Alex Lora, che getta uno sguardo dolce sull’infanzia di una giovane pastorella somala, che va incontro alle prime dure prove della sua vita.
Premio al miglior film dedicato alla Salvaguardia dell’Ambiente al documentario
I CAVALIERI DELLA LAGUNA
Per aver dato voce, attraverso la magia di una straordinaria fotografia, ad un’Italia che reagisce alla crisi e al profondo cambiamento del proprio ecosistema, creando una cooperative per salvare il lavoro e la cultura dei pescatori preservando la vita della laguna.
Un affresco vibrante delle storie dei pescatori che continuano a coltivare la speranza di garantire il futuro di un ambiente naturale che hanno salvaguardato e amato per generazioni.
Premio Per il Pubblico la Fiction
LOVE AND LEMONS
Premio Per il Pubblico per Miglior Lungometraggio
IL SALE DELLA TERRA