La concezione del film è legata alla monumentalità delle rovine. La rovina e il monumento sono condensati nello stesso corpo e nel medesimo sguardo. Memore delle macerie delle avanguardie, non voglio cadere sedotto dal nuovo classicismo camuffato da una parvenza di nuove vesti o storie. Ecco così un film immobile e fotografico dove alla telecamera e alla narrazione non è più richiesto alcun movimento. La realtà preesistente viene documentata senza pretesa di verità. Finzione e documentario travalicano e sconfinano per incontrarsi in altri territori quali il teatro marionettistico, il teatro dell’assurdo e la fotografia.