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NON ESCLUDO IL RITORNO - Il ritratto del Califfo


In sala dal 6 novembre il ricordo di Franco Califano nel film di Stefano Calvagna. La sua vita privata prima della scomparsa il 30 marzo del 2013. Non selezionato per Roma 2014, č stato motivo della contestazione alla conferenza stampa di presentazione del Festival. Con Gianfranco Butinar, Enzo Salvi, Franco Oppini, Andrea De Rosa


NON ESCLUDO IL RITORNO - Il ritratto del Califfo
"Mi accorgerň di essere vecchio solo cinque minuti prima di morire”, le parole di Franco Califano nell’immagine di apertura di "Non escludo il ritorno", il film di Stefano Calvagna dedicato all’artista maledetto nei cinema dal 6 novembre. Prodotto dalla Poker Entertainment e girato in poco piů di due settimane, il film, che prende il titolo dalla frase che Califano ha voluto incisa sulla sua tomba, racconta il Califfo meno noto, quello lontano dai riflettori, la “terza vita”, quella in cui il cantautore romano ha attraversato sofferenze, solitudini, con quel gruppo di amici che gli č rimasto vicino fino alla fine. “Volevo ricordare degnamente un uomo che non era solo carcere, droga e donne.

Se consideriamo la prima vita come quella in cui egli conobbe il successo, e la seconda quella in cui lo vide lentamente sgretolarsi, negli ultimi dieci anni Califano provň con tutto se stesso a tornare alla ribalta”, ha raccontato il regista. E proprio nel momento in cui stava assaporando il ritorno al successo, grazie anche all’imitazione di Fiorello, č arrivata la malattia che il Califfo ha affrontato con ironico distacco nel suo solito modo eccentrico di stare al mondo. “Un dramma che ha cambiato anche il suo modo di relazionarsi con la morte e la religione”, ha aggiunto l’attore che interpreta Califano, Gianfranco Butinar, imitatore e amico intimo del cantautore fin dal ’91, quando si sono incontrati in un locale di Cerenova.

Un ritratto emozionante ed inedito di un uomo che amava ripetere che libertŕ e solitudine sono la stessa cosa. “Nel film racconto vicende reali come quella che vede Franco finire al centro delle polemiche sulla concessione della legge Bacchelli, che lui non sapeva neanche cosa fosse”, aggiunge Calvagna.

La storia intima del playboy venuto dalle periferie, per anni additato come "un peccatore senza perdono”, spesso protagonista delle cronache per le sue amicizie pericolose e le sue rischiose abitudini. Eppure nonostante la sua indubbia popolaritŕ, in Italia non gli č mai stato riconosciuto lo status di grande. Almeno fino al concerto trionfale del 18 marzo 2013 al teatro Sistina di Roma, 12 giorni prima della morte. “Un viaggio, conclude Calvagna , “per dimostrare che le persone possono commettere errori e prendere strade sbagliate ma possono anche trovare la forza di risalire”.

E l’esclusione dal Festival del Film di Roma? " Non l'ho presa bene, č vero. Ci sono stati gli Spandau Ballet e speravo quindi che si sarebbe potuto trovare uno spazio nella sezione fuori concorso per mostrare anche il mio film”.

30/10/2014, 15:48