Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "Meno Male è Lunedì"


Note di regia del documentario
Il carcere è un non luogo senza tempo. I giorni non passano e non hanno nome.
Credo sia la peggiore condanna cui è sottoposto un detenuto, non solo la negazione di uno spazio libero, ma soprattutto la sottrazione del trascorrere dei giorni. I detenuti che lavorano in questa insolita officina all’interno del carcere della Dozza in qualche modo hanno ritrovato un luogo di libertà e un tempo di vita. I giorni della settimana hanno un senso e una cadenza dettata dai turni di lavoro. I gesti e le parole evadono per costruire un mestiere e relazioni umane. Né detenuti, né uomini liberi, solo colleghi e operai che s’incontrano e lavorano accanto, scambiandosi conoscenze, saperi, “storie di viti e di vite”.
“Ho immaginato “Meno male è lunedì” come una “commedia brillante” ambientata in un carcere. Otto giorni, da lunedì a lunedì, per costruire un grande manufatto, uno spider dalla calotta arancione, ingranaggio fondamentale di un sistema avanzato di confezionamento della merce. I dialoghi dei protagonisti (scherzosi, tecnici, arrabbiati e intimi) accompagnano la costruzione del manufatto, anzi sono “la storia del manufatto” e delle mani che lo hanno creato.
Un discorso a parte merita la colonna sonora del film composta dopo una lungo e appassionante confronto da Carlo Amato, compositore e bassista dei Têtes de Bois. Abbiamo visto in questa grande officina dalle finestre alte e dalle inferriate simili a croci una cattedrale “laica”, una chiesa nel quale “monaci di clausura” lavorano e cantano durante il giorno e poi la sera tornano nelle loro “celle” al piano di sopra per pregare. “Labor omnia vincit”, Virgilio Le Georgiche, la fatica vince ogni
cosa.

Filippo Vendemmiati