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FESTIVAL DI ROMA 9 - Marc’Aurelio del
Futuro ad Aleksej Fedorčenko


Il cineasta russo presenterà in prima mondiale il suo ultimo lavoro, "Angeli della Rivoluzione (Angely revolucii)".


FESTIVAL DI ROMA 9 - Marc’Aurelio del Futuro ad Aleksej Fedorčenko
Il Festival Internazionale del Film di Roma, su proposta del Direttore Artistico Marco Müller, consegnerà il Marc’Aurelio del Futuro ad Aleksej Fedorčenko, regista di "Primi sulla Luna" e "Ovsjanki / Silent Souls" (premiati entrambi alla Mostra di Venezia) e di "Spose celesti dei Mari della pianura" (in concorso a Roma nel 2012), produttore di oltre venti film, sceneggiatore e scrittore. In occasione della premiazione, il cineasta russo presenterà in prima mondiale il suo ultimo lavoro, "Angeli della Rivoluzione" ("Angely revolucii"), nella linea di programma “Cinema d’Oggi”.

Il nuovo film di Fedorčenko, ambientato in Unione Sovietica, racconta l’incontro e lo scontro fra differenti culture negli anni Trenta staliniani, attraverso lo sguardo di cinque artisti d’avanguardia, spediti a fare da agit-prop nelle regioni periferiche. La pellicola è un adattamento dei racconti di Denis Osokin, vincitore del prestigioso premio letterario russo per giovani autori “Debut Prize”, scrittore del romanzo che ha ispirato Ovsjanki e sceneggiatore di Spose celesti dei Mari della pianura. Nel cast di "Angeli della Rivoluzione", fra gli altri, Darya Ekamasova (già protagonista di Spose celesti dei Mari della pianura, interprete di Zhila byla odna baba / Once Upon a Time There Lived a Simple Woman di Andrey Smirnov e Svobodnoe plavanie / Galleggiare liberi di Boris Khlebnikov presentato nella sezione Orizzonti a Venezia), Konstantin Balakirev (Stilyagi / Hipsters di Valerij Todorovsky al Festival di Toronto), Alexey Solonchyov (Un lac di Philippe Grandrieux, menzione speciale alla Mostra di Venezia).

"Aleksej Fedorčenko è una tra le figure assolutamente più originali nel panorama della produzione russa del Terzo Millennio" – dichiara il Direttore Artistico Marco Müller<"/b> – "Perché nel passaggio da un film all'altro ha saputo ogni volta reinventare genere e stile. Nella sua filmografia, il documentario è contraddetto dal mockumentary, il film drammatico e paesaggistico è ripensato in chiave di commedia panteista (Spose celesti dei Mari della pianura appare in questo senso come una risposta a Ovsyanki).
A partire dal primo straordinario lungometraggio (il mockumentary Primi sulla luna), Fedorcenko ha scardinato la struttura narrativa convenzionale (prosastica). Nei lungometraggi 'narrativi' successivi ha fatto ben di più che proporre una sua personalissima versione del cinema lirico-pittorico: esaltando l'aspetto figurativo ha spostato in secondo piano il testo e le sue strutture logiche, utilizzato le immagini per suggerire analogie, allegorie, metafore, deviazioni a-realiste (solo in pochi casi, surrealiste). Lo spettatore è costretto a misurarsi con un universo di significati e sentimenti che deve riuscire a intuire, prima ancora di poter comprendere.
Il rischio di schematismi dei soggetti tratti da opere letterarie, la rigidità della fabula vengono fatte esplodere dalla potenza delle immagini – sempre concrete, mai astratte anche quando i suoi film sono fatti di azioni sceniche estreme, dilatate o compresse, sempre illuminate da lampi di poesia.
Anche nel nuovissimo e scatenato Angeli della rivoluzione, dall’andamento di commedia satirica, la visionarietà delle immagini non è fine a se stessa. Serve a continuare la riflessione sui rapporti tra uomo e natura, a coniugare il fascino di una cultura tradizionale, vera o inventata che sia, con la violenza della Storia (del potere). E Fedorčenko si conferma, ancora una volta, come uno tra i pochi cineasti contemporanei capaci di inventare prospettive sempre rinnovate
".

26/09/2014, 16:43