Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del cortometraggio "Nuit Americhèn"


Note di regia del cortometraggio
A parte rarissime eccezioni, il cinema italiano degli ultimi decenni non ha prodotto film horror di grande successo.
Ma se si sposta lo sguardo verso il basso, ci si accorge di un intenso formicolio di attività produttiva e creativa senza sosta. Sono decine i filmmaker che scrivono, producono, dirigono cortometraggi di genere, e pochi di meno quelli che si cimentano nel lungometraggio low-budget.
Ogni anno numerosi festival mostrano a un pubblico militante di appassionati progetti digitali trash, torture, fetish, thriller, horror, alla ricerca dei nuovi Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci, Antonio Margheriti.
Allo stesso tempo, buona parte dei registi che tentano più o meno talentuosamente la strada del revival orrorifico non riesce a emanciparsi da uno scimmiottamento naif del cinema delle ormai non più giovani leve internazionali, da Quentin Tarantino a Eli Roth, da Guillermo del Toro a Robert Rodriguez.
Nuit Americhèn si diverte a cavalcare questa contraddizione raccontando la storia di una piccola ma agguerrita troupe cinematografica romana che incarna il sogno italiano di sfondare nel mercato internazionale dell’horror nonostante il budget inesistente.
Nuit Americhèn è a tutti gli effetti una piccola commedia cattiva, beffarda e spettacolare.
Un modo per ridere degli sforzi che noi registi italiani “de paura” facciamo contro tutto e contro tutti, inevitabilmente indipendenti e arrabbiati ma a volte anche straordinariamente incapaci e presuntuosi.
E allo stesso tempo è un meccanismo implacabile e sanguinoso che dipana la sua storia come in un tunnel degli orrori del Luna Park dove dietro ogni angolo c’è un riferimento al cinema horror americano più famoso.
In sintesi: uno splatter autoironico. Un Effetto notte in salsa di pomodoro romana.
Se poi avete voglia di vedere nel film anche una riflessione pessimista sul momento culturale che viviamo o la rivincita impossibile della centralità dell’attore nel cinema italiano, siete i benvenuti. Ma questo è un horror, non dovrebbe permettersi di lanciare messaggi né di approfondire alcun tema.
Dovrebbe solo divertire.
No?

Federico Greco