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FdP 54 - WE STEAL SECRETS: THE STORY OF WIKILEAKS


FdP 54 - WE STEAL SECRETS: THE STORY OF WIKILEAKS
Alex Gibney, già premio Oscar 2008 per il miglior documentario ("Taxi to the Dark side"), realizza con "We Steal Secrets" un film molto diretto e veloce, basato su materiali televisivi e di attualità, raccontando la nascita e la storia di WikiLeaks, il sito che ha messo in discussione la credibilità e la sicurezza informatica dei governi di tutto il mondo. Avvincente e ben montato, il documentario di Gibney è un prodotto molto commerciale nel quale, grazie ad un montaggio molto elaborato e ricco di animazioni grafiche, si ripercorrono le lotte fondamentali di Assange per un’informazione globale trasparente.

Il film è utile anche per capire la vicenda parallela del soldato Bradley Manning, che trafugò migliaia di documenti contenenti segreti militari e per questo fu arrestato ed accusato di vari reati contro la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Nell’agosto del 2013 Manning è stato condannato a 35 anni di carcere per aver rivelato l’uccisione di svariati civili disarmati da parte dell’esercito americano. Nel film di Gibney viene più volte mostrato il video Collateral Murder nel quale si vedono due elicotteri Apache statunitensi che falciano 12 civili iracheni, tra i quali c’erano anche alcuni giornalisti televisivi. Le telecamere furono scambiate per armi dai Rambo volanti con le armi vere. Altro personaggio intervistato nel film Adrian Lamo, hacker ed informatico, che rivelò al governo degli Stati Uniti la colpevolezza di Manning nella diffusione del video segreto. Nel documentario vediamo lo stesso Lamo, ingrassato in maniera impressionante, sciogliersi in un pianto isterico e pieno di disperazione. Sono le vittime innocenti della Storia Americana quelle raccontate in questo documentario di Gibney.

Julian Assange in "We Steal Secrets" viene però dipinto come un dandy egocentrico ed attaccato al denaro, mostrando delle volte il suo lato ridicolo e più naif. Kristinn Hrafnsson, giornalista investigativo islandese, portavoce di Wikileaks e di Snowden, intervenuto alla presentazione dell’Odeon a Firenze, smonta molte delle testi del film di Gibney. Il film del regista americano, sembra voler mostrare un’organizzazione affaticata e giunta alla sua fine. Hrafnsson afferma invece che il movimento è ancora molto forte e seguito in tutto il mondo e che sta ricevendo nuovi imput e donazioni da vari seguaci a livello internazionale. Fino a qualche anno fa infatti era stata interdetta la possibilità di versare donazioni all’organizzazione di Assange. Oggi sembra che si possano di nuovo fare interventi di finanziamento per il sito. Oggi Bradley Manning, dopo una cura di ormoni per il cambio di genere, è diventato donna e si chiama Chelsea Elizabeth Manning, Julian Assange, vive in una piccola stanza dell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra e continua il suo lavoro per la trasparenza e la verità di informazione.

01/12/2013, 09:00

Duccio Ricciardelli