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FdP 54 - La presentazione di Alberto Lastrucci


FdP 54 - La presentazione di Alberto Lastrucci
Il documentario ti sbatte in faccia la realtà. Lo fa con un linguaggio raffinato, frutto di elaborazione stilistica e ricerca estetica. Ma sempre di realtà si tratta: complessa, ambigua, contradditoria; e perciò sempre così difficile da comprendere. Lontana dalle semplificazioni a cui la contemporaneità ci vorrebbe abituare, da quegli slogan utilizzati a piene mani dalla pubblicità, dall’informazione-spettacolo o dalla politica-rissa, linguaggi che tendono sempre più a somigliarsi. Uno slogan è facile da inculcare, “suona bene”, come un aforisma, ma a differenza di questo non contiene ambiguità, non dà adito ad una pluralità di interpretazioni. È facile da comprendere, semplice da ricordare. Anestetizza i pensieri.
Il cinema documentario si muove in un’altra direzione. Non offre certezze, non consente che ci si rilassi sulla poltrona. Sollecita questioni, domande, curiosità, le stesse che, al termine di ogni proiezione, i nostri spettatori sono invitati a rivolgere ai registi ospiti del festival. Ha senso frequentare un festival di cinema documentario ricavandone, implacabilmente, una sensazione crescente di instabilità? Un preoccupante vacillare delle nostre certezze di spettatori, di cittadini, di esseri umani? Se saremo riusciti a creare in ciascuno di voi un tale stato di incertezza - accompagnato beninteso dalla consueta cordialità che contraddistingue gli “incontri con il cinema” da noi proposti – allora ci sembrerà che il nostro impegno avrà raggiunto il suo obiettivo.
Tempi difficili esigono che i singoli si facciano portatori di valori radicati, per cui valga la pena spendersi e battersi. Perdonate la punta di orgoglio, ma nessuno dei film che compongono il programma di questa 54a edizione mira al puro intrattenimento. Il cervello degli spettatori, insieme ad altri organi sensibili, saranno costantemente sollecitati, stuzzicati, provocati da vicende mai banali, raramente viste sullo schermo, che li metteranno in contatto con realtà socio-politiche, contesti culturali, esistenze, condizioni di vita senza vincoli geografici. Storie che, per quanto distanti tra loro sul mappamondo, mantengono inalterate la sensazione di essere autentiche, in quanto vissute in prima persona e catturate “a caldo” dall’occhio della camera.
“Reality is more” è la frase-chiave che sintetizza tutto questo. Lo ammettiamo, anche noi abbiamo fatto ricorso ad uno slogan ma – almeno nel nostro caso – è interattivo e non pretende di essere preso per assioma, al contrario chiede di essere personalizzato da ciascuno di noi.
Insomma, si tratta di un gioco a cui siete tutti invitati a partecipare.
A partire dalla questa edizione, il festival si arricchisce di un nuovo spazio – Doc at Work – realizzato grazie al sostegno di Regione Toscana e FST – Fondazione Sistema Toscana, che ringraziamo per la fiducia concessa al progetto. Incontri, workshop, presentazioni di libri e DVD, dibattiti con gli autori e con gli ospiti del Festival si articoleranno in un programma che si propone di alimentare la riflessione sul documentario come linguaggio della contemporaneità. Doc at Work ospiterà anche un evento Industry (riservato ai professionisti) per la presentazione di progetti di film in fase di sviluppo (Pitching Forum) o di completamento (Rough Cut Presentation) a un’audience di commissioning editors, film buyers e professionisti di provenienza internazionale.
L’evento mira ad affiancare alla consueta rassegna della migliore produzione documentaristica contemporanea, un nuovo spazio dove immaginare, costruire e finanziare il cinema del futuro.

Alberto Lastrucci
Direttore Artistico del Festival dei Popoli
(tratto dal catalogo ufficiale della 54a edizione del Festival dei Popoli)

30/11/2013, 08:24