FESTIVAL DI ROMA 8 - Alfredo Covelli: "Fuoristrada
è un documentario totalmente indipendente"


FESTIVAL DI ROMA 8 - Alfredo Covelli:
"Ho prodotto il documentario “Fuoristrada” di Elisa Amoruso, in modo totalmente indipendente, con la mia società di produzione “meproducodasolo srl” anche grazie all’aiuto di giovani produttori che hanno creduto fortemente nel progetto e si sono associati: Roberto De Paolis (A FILMS) e Carolina Levi (TANGRAM FILM). Al ministero, che aveva rifiutato il progetto in una sessione precedente, con un’altra produzione che aveva chiesto un finanziamento, abbiamo chiesto solo l’interesse culturale, senza nessun contributo. Temevamo che il tema potesse essere rifiutato nuovamente, e ci sembrava importante che venisse dichiarato l’interesse culturale, per una storia che descrive una famiglia non tradizionale in questo periodo storico; insomma, non volevamo che ci fossero nuovamente impedimenti economici per riconoscerne l’importanza sociale" - ha dichirato in esclusiva per cinemaitaliano.info Alfredo Covelli, produttore del documentario "Fuoristrada" di Elisa Amoruso in concorso nella sezione Prospettive Doc Italia all'ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

Sono uno sceneggiatore, ho scritto film per il cinema e serie televisive, ma non sono mai riuscito a farmi produrre niente dall’industria cinematografica, nessuna storia originale mai accettata, nonostante i Premi Solinas ed altri riconoscimenti per le mie storie inedite, così ho deciso di produrmi da solo, con una mia società, con piccoli budget, con l’aiuto di artisti e tecnici talentuosi che credono nei progetti, e con tutti i documenti a posto per eventuali uscite in sala. - ha continuato Colvelli - "Ho inoltre deciso di produrre autori di talento e inascoltati, nella mie simili condizioni. Questi miei piccoli film indipendenti, di ogni genere e durata, circolano nei festival di tutto il mondo e vincono premi internazionali. Ma non se n’accorge quasi mai nessuno. La totale indipendenza è una grande soddisfazione, ma obbligata, perché i canali tradizionali di produzione e finanziamento non sembrano ancora pronti per il vero prodotto indipendente, che sia finzione, documentario o sperimentale. Nella semplicità vedono il fallimento, ma è non è così".

15/11/2013, 16:34

Simone Pinchiorri