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FESTIVAL DI ROMA 8 - La conferenza stampa di "Border"


FESTIVAL DI ROMA 8 - La conferenza stampa di
Aya e Fatima sono due giovani sorelle siriane molto religiose che vivono a Baniyas, una cittadina sulla costa. La loro vita cambia improvvisamente quando Muhammad, un fiancheggiatore dei ribelli che da mesi combattono contro il governo, riferisce loro che il marito di Fatima ha deciso di disertare l’esercito e di unirsi all’esercito siriano libero dei dissidenti. Le due ragazze sono così costrette ad abbandonare la loro casa e a rifugiarsi in Turchia.

Presentato fuori concorso nella sezione ufficiale del Festival di Roma, "Border" è un film diretto da Alessio Cremonini, che ha spiegato le motivazioni principali di questo nuovo progetto: "La Siria ha molte cose in comune con noi, come molte città dell'Impero Romano. Damasco è a poche ore da Roma e l'Italia è il paese più vicino all'altra sponda del Mediterraneo. Quindi, chi meglio di noi può raccontare la Siria? L'indignazione è sicuramente un altro elemento che mi ha spinto verso questo film. E' un film indignato, come lo sono tutte le persone che vi hanno partecipato".

Sulla vicenda reale delle due sorelle, il fulcro su cui "Border" prende forma, la sceneggiatrice-giornalista Susan Dabbous ha dichiarato: "Da giornalista posso dire che la storia è una delle tante che ho raccolto sul campo e sono felice di averci lavorato. L'abbiamo raccontata senza esprimere giudizi, infatti il film fa vedere entrambi gli scenari della storia siriana".

Parlando del suo personaggio Dana Keilani, che interpreta Aya, è intervenuta affermando: "Molte cose le ho approfondite dopo lo scoppio della guerra. Sono sempre vissuta in Italia e non avevo molto le idee chiare su cosa stesse realmente accadendo in Siria. "Border" non è un film che si schiera e proprio per questo mi ha spinta a collaborare come etichetta e, insieme a Sara, abbiamo dato importanza alla voce del popolo siriano".

Sara El Debeuch, nel ruolo di Fatima, ha aggiunto: "Anche io sono dovuta andare a documentarmi sugli avvenimenti in Siria e con Alessio e Dana siamo riusciti a raccontare la storia di queste due ragazze che mostra, in piccola parte, quello che succede in Siria da circa tre anni. Mi sono sentita responsabile nei riguardi del mio popolo e se da un lato è stato bello narrare fatti che nessuno conosce, dall'altra è stato doloroso il tentativo di provare quello che molte donne vivono in Siria".

12/11/2013, 16:18

Margherita Pucello