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Gli interventi di Borrelli e Rulli alla
Conferenza Nazionale del Cinema


Gli interventi di Borrelli e Rulli alla Conferenza Nazionale del Cinema
A margine della Conferenza Nazionale del Cinema, allestita al "Centro Sperimentale di Cinematografia", il Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli ha dichiarato: "L'obiettivo di questa giornata di lavori è quello di individuare le tante criticità che investono il settore cinematografico e comprendere perchè vi sia in Italia una scarsa percezione delle possibilità economiche del ruolo dell'audiovisivo. A tal fine abbiamo istituito tre tavoli di lavoro (Cinema: industria culturale - Struttura, operatori del mercato e nuovi modelli di distribuzione e fruizione - Le politiche pubbliche) dove gli addetti ai lavori hanno avuto l'occasione di confrontarsi sull'evoluzione del consumo dell'audiovisivo, sull'impatto delle nuove piattaforme digitali e il rapporto con i network televisivi. Ci siamo trovati di fronte a una vera e propria 'tempesta di idee e di proposte' che saranno sottoposte all'attenzione del Ministro Bray che sta dimostrando una grande attenzione per i problemi del cinema. Ed ha aggiunto: "partiamo da un ottimo risultato come quello di aver reso permanente il tax credit ma è necessario che questo settore non sia visto come semplice e puro intrattenimento ma come un'occasione di crescita culturale ed economica per il nostro Paese".

Il presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia Stefano Rulli è intervenuto questa mattina ai lavori della Conferenza Nazionale del Cinema con questa relazione:
Come padrone di casa, potrei limitare il mio intervento a un saluto e a un augurio di buon lavoro a tutti i presenti.
Ma come uomo di cinema e come presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, sento la necessità di suggerire alcuni spunti di riflessione in merito all'attuale crisi del cinema italiano.
Secondo me, è di prioritaria importanza rivedere il concetto di autore alla luce della rivoluzione in atto nella narrazione audiovisiva di questi ultimi anni. Superata l'antica diatriba critica tra chi opera creativamente nell'ambito del cinema e chi in quello della serialità televisiva, per non dire del 'documentario di narrazione' ormai presente a pieno titolo nei più importanti festival internazionali, nessuno pensa più che si tratti di forme espressive di differente rilevanza estetica ma di una stessa autorialità in grado di estrinsecarsi in forme diverse. Dunque, per mettere l'autore nella condizione di potersi esprimere al meglio, chi come noi del CSC sia chiamato ad occuparsi della sua formazione, dovrà ripensare dalle fondamenta una didattica centrata unicamente sul cinema in favore di un modello 'policentrico', capace di garantire una adeguata conoscenza anche della serialità televisiva, delle web series, del documentario di narrazione. Ma c'è altresì da riflettere sul fatto che, proprio la complessità e il continuo evolversi delle tecnologie e dei linguaggi, impone all'industria del cinema e dell'audiovisivo la necessità di una formazione permanente in grado di garantire a tutti gli autori e tecnici già attivi sul mercato il diritto di accesso a nuove competenze e a nuove professionalità. Il CSC, proprio in quanto istituzione addetta alla formazione di eccellenza per la cinematografia, può essere il luogo più idoneo per questo processo di acculturazione tecnico-formale, da costruire in un confronto continuo con i sindacati e quelle associazioni di categoria che di questi saperi o di questi interrogativi si fanno portatori.

E, sempre all'interno di una ritrovata dialettica tra associazioni di chi il cinema lo fa e istituzioni formative come la nostra, chiamate a sostenere lo sviluppo di giovani autori intesi come nuovi 'prototipi creativi', si potrebbe trovare un nuovo terreno di collaborazione per migliorare la qualità di altri 'prototipi creativi', non più 'persone' ma opere artistiche. In altre parole il CSC potrebbe mettere a disposizione la sua competenza sul terreno della narrazione audiovisiva di giovani autori, per sviluppare al meglio proprio quelle opere prime che il MIBAC ha intenzione di finanziare. Un altro snodo decisivo per il futuro del nostro cinema da porre al centro del dibattito è quello di un nuovo pubblico. L'assenza di una qualsivoglia forma di cultura audiovisiva nella nostra scuola finisce per avere un effetto devastante sulle prospettive di rinnovamento del nostro cinema. Di qui la necessità vitale, oggi più che mai, di porre con forza, tutti insieme, l'obiettivo di portare la conoscenza del cinema nella scuola media inferiore e superiore. Anche su questo terreno il Centro Sperimentale può e deve fare la sua parte. Tra i suoi compiti statutari c'è d'altra parte anche quello di favorire questo rinnovamento della didattica scolastica. Ma anche la Cineteca nazionale, che del Centro fa parte a pieno titolo, può dare il suo contributo per diffondere tra i giovani la conoscenza del nostro immaginario filmico attraverso rassegne e iniziative culturali da condividere con enti locali e regioni, per costruire assieme a loro una rete di luoghi e di eventi che accompagni dall'esterno questa opera di nuova alfabetizzazione.

Da quanto fin qui detto, si sarà capito che tra le prime cose che ritengo utili cambiare per favorire un rilancio del cinema italiano c'è proprio il nostro Centro, che non dovrebbe più limitarsi ad essere la somma aritmetica di Scuola Nazionale e Cineteca Nazionale ma diventare davvero un Centro Sperimentale, inteso come luogo di riflessione e confronto aperto a tutti i soggetti attivi nell'area dell'audiovisivo, dove nuove conoscenze e nuove competenze possano convergere nella creazione di nuovi linguaggi e la formazione di nuovi autori
".

05/11/2013, 15:50