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"Era Piola, Cent'Anni di Calcio" su Rai Sport2


Nel centenario della nascita di Silvio Piola, RaiSport lo ricorda con lo Speciale di Francesco Marino in onda venerdě 4 ottobre alle 23.20 su Rai Sport2 con replica lunedě 7 ottobre. “Un carattere sincero, schietto, poco incline al compromesso” ricorda la figlia Paola.

Tra le voci inedite dello speciale c’č proprio quella di Paola Piola, la figlia di Silvio che racconta cosě la passione del padre per il pallone. Fino alla fine. “Mio padre" – ricorda - "č morto per una forma davvero strana di Alzheimer che ha avuto un evoluzione rapidissima. Qualcuno ha sollevato dubbi anche sulle correlazioni con la sua vita di atleta e con la pesantezza dei palloni dell’epoca. Palloni che quando erano inzuppati diventavano pesantissimi. Quando era giŕ molto malato l’unica cosa che riconosceva era proprio quel pallone. Quando mio figlio giocava in cortile, con le mani era capace di prendere la palla e di lanciargliela”.

E c’č poi, nella parole di Paola, il calciatore che si fonde con il padre: “L’insegnamento che ha lasciato a noi" – dice - "č che quando non puoi raggiungere qualcosa, un obiettivo, ti puoi sempre preparare per provare ad arrivarci. Nella sua vita dopo il calcio - quando č stato osservatore della Federazione, allenatore, docente di calcio - scriveva ancora di piů di quando giocava. Idee, appunti. Formulava teorie. Poi, a tavola, ci esponeva dei pensieri. Diceva: se riuscite a seguirmi voi profani vuol dire che c’č qualcosa di buono. Non so valutare tecnicamente il contenuto di quegli scritti ma sono certa che il suo carattere sincero, schietto, poco incline al compromesso, gli ha probabilmente impedito di raccogliere quanto seminato”.

Nel documentario di Francesco Marino c’č, inoltre, un’intervista di Silvio Piola rilasciata a Carlo Nesti nel 1986, quasi completamente inedita. Contiene molti passaggi “visionari” sullo stato delle cose, sui rischi per il calcio derivanti dall’indiscriminato utilizzo di calciatori stranieri. E colpisce una sua frase sul calcio e i bambini: “forse adesso sono piů organizzati" – diceva Piola - ma certo noi arrivavamo dalla strada. Avevamo fame di calcio. Si giocava con le palle messe insieme con gli stracci e quando c’era un pallone vero era una festa. Adesso questi ragazzi non li vedo piů. Non vedo piů quello spirito. E secondo me č un problema”.

E c’č anche quel ricordo, celebre, sul suo esordio a 16 anni con la Pro Vercelli: “Si trattava di una partita con il Brescia. Lo ricordo benissimo. In campo dovete sapere che non tutti erano dei fini. C’era gente che si rimboccava le maniche e si dava da fare. A un certo punto, prima della gara, mi ha chiamato un loro difensore. Un tipo alto che mi fa: la vedi questa linea, beccaccino? Indicando
quella dell’area di rigore. E aggiunge: prova a passarla e ti spezzo una gamba! Allora io sono corso dal mio capitano, al quale all’epoca si dava rigorosamente del Lei. Cosa vuoi? Mi fa Ardissone, che un bel tipo burbero… Io gli racconto e lui, guardandomi negli occhi, dice: tu prova a tornare indietro e io ti rompo il muso! Io ho pensato… che ambiente questa Prima Divisione, Ma dove son capitato?
”.

04/10/2013, 09:20